Stamperia Braghittoni e l’arte che coinvolge i cinque sensi
Dal 1989, Roberta, in quel che oggi è diventata la sua bottega sul porto canale, il tipico odore di aceto misto a quello del mare, profuma tovaglie tradizionali, corredi per i piccoli, tende, abiti e accessori su cui sperimenta cromie e soggetti collaborando con artisti locali del calibro di Tonino Guerra, Alberto Sughi e Massimo Pulini.
Tra gli otto maestri dell’Associazione Stampatori Tele Romagnole protagonisti di Tradizione Futura. La Stampa Romagnola tra arte e mestiere, ci sarà anche la Stamperia Braghittoni di cui vi parliamo oggi.
Come è arrivata a scegliere la stampa romagnola come mestiere? C’è stato un maestro che l’ha introdotta a questa lavorazione?
La mia è stata una scelta molto casuale, ma probabilmente predestinata. Ero una bambina di otto anni quando mi sono avvicinata alla stampa per la prima volta. Ero attratta da questi disegni strani esposti nella vetrina di una bottega della città e mi fermavo spesso a guardarli. Un giorno insieme ad una mia compagna di classe, ci siamo fermate davanti a quella stamperia e il proprietario deve aver visto una luce particolare nei nostri occhi, così ci fece entrare nel laboratorio. Ricordo molto bene quel giorno perché portai a casa un piccolo timbro e da quel pomeriggio non smisi mai di stampare.
La persona che mi ha fatto da mentore, ma anche da padre, è stato Agostino Mantegazza, a cui devo molto. È stato grazie a lui, infatti, che ho avuto il coraggio di aprire la stamperia, nonostante fossi molto giovane e inesperta.
Dal 1989 la Stamperia Braghittoni ha prodotto disegni e colori di ogni tipo e in occasione dei miei 30 anni di carriera, ho festeggiato con una mostra speciale all’interno della galleria comunale di Cesenatico.
La vostra attività è radicata in una profonda tradizione, ma non mancano gli aspetti innovativi. Quali?
La stamperia Braghittoni è stata la prima ad uscire fuori dalla tradizione per quanto riguarda il colore: utilizziamo, infatti, il grigio e il viola, ed altri colori che nascono grazie alla miscela tra diversi toni. Con gli anni invece sono ritornata sui miei passi, propongo al pubblico una stampa originale romagnola ma con colori differenti.
Questa antica tradizione è in pericolo, perché consigliereste ad un giovane di diventare stampatore?
Il mestiere dello stampatore è un lavoro di altri tempi e non tutti sono disposti a mettersi in gioco con la tradizione, quindi è molto difficile consigliarlo. Quello che però ho imparato lavorando nella mia bottega è che, l’artigianato, è un mestiere che coinvolge tutti i sensi: la vista, che ti permette di guardare i disegni e di scegliere le composizioni migliori; il tatto, che consente di distinguere lo spessore, la ruvidità e la grossezza della tela; l’olfatto, con cui si percepiscono tutte le particelle che compongono il colore e che gli danno quel tipico odore acetoso; il suono, in particolare quello del mazzuolo che batte sullo stampo e che deve essere calibrato a seconda della tela su cui poggia.
E infine – il più importante – il gusto, quello dell’anima ovviamente, che ti riempie di orgoglio quando vedi il risultato finale che è stato creato dalle tue mani.
Forse è questa la ricetta che raccomanderei ad un aspirante stampatore, un mix di ingredienti che oltre ad aumentare il nostro patrimonio culturale, amplifica le emozioni e le esperienze dentro di noi.
Dal 5 Maggio al 2 Luglio, tra gli otto foulard esposti nella mostra Tradizione Futura. La Stampa Romagnola tra arte e mestiere, ci sarà anche quello della Stamperia Braghittoni che per l’occasione ha preferito un motivo all over di farfalle viola, rielaborato dalla stampa su tessuto del 2000 di DR Disegni.
Qui puoi trovare l’articolo dedicato al processo creativo che ha portato alla realizzazione della collezione in limited edition Foulard d’artista.