Stamperia Bertozzi: una storia di famiglia
Tra le prime famiglie artigiane romagnole, quella dei Bertozzi inizia la propria attività quando il nonno Luigi, nella sua casa di Gambettola, intagliava blocchi di legno per stampare la canapa. All’ombra di quelle tele operate è cresciuto Pier Paolo che ha custodito questi gesti antichi trasformandoli in un’impresa organizzata, oggi guidata dal figlio Gianluigi.
Sono otto i maestri dell’Associazione Stampatori Tele Romagnole protagonisti di Tradizione Futura. La Stampa Romagnola tra arte e mestiere, e oggi vi presentiamo la storia di Stamperia Bertozzi, la cui tradizione, affiancata da nuovi materiali e design, si è aperta al mercato internazionale.
Come siete arrivati a scegliere la stampa romagnola come mestiere?
Sono nato in un contesto in cui non potevo non sceglierla. Mio nonno, insieme a mia nonna, hanno aperto la stamperia Bertozzi nel 1920. Lui era un intagliatore e lei era figlia di un pittore. È stato lui a trasmetterci la passione per la stampa, prima a mio padre e infine a me. Uno dei ricordi a cui sono maggiormente legato è l’immagine di lui che intaglia in bottega mentre io vagavo incantato tra tavoloni e stampi. L’odore del legno appena lavorato è ormai il mio profumo preferito, specialmente da quando, nel 2000, ho preso in mano le redini dell’attività con mia moglie Angela, dandole una nuova vita nel fabbricato in cui ci troviamo ora.
Quali sono le vostre principali fonti dʼispirazione?
Il mestiere dell’artigiano è certamente uno dei più eclettici. L’artigiano ha una funzione sociale molto importante: deve sempre ascoltare ed interpretare il committente. L’ispirazione viene quindi da tante forme differenti che traducono gli spunti del cliente in manualità.
Il cuore attorno cui ruota tutto è il saper mettere su stoffa le diverse idee.
La vostra attività è radicata in una profonda tradizione, ma non mancano gli aspetti innovativi. Quali?
Quello che caratterizza la stamperia Bertozzi non è lo stile, ma il modo di lavorare, dove ricerca e sperimentazione sono gli ingredienti principali.
A partire dalla centrale termica, installata nel nuovo fabbricato, che attraverso il vapore ci permette di creare una stampa più ecologica e resistente, fino ad arrivare alla porcellana che viene decorata con lo stesso concetto della stampa romagnola tradizionale, ma applicata su un materiale completamente diverso.
La manualità, i materiali e il tempo di lavorazione, rendono la stampa su tela un manifesto di sostenibilità. Concorda?
Strutturalmente parlando l’artigianato rispetta la sostenibilità quando lavora su richiesta del cliente, perché si produce solo quello che serve e i tempi della lavorazione manuale non sono così frenetici come quelli industriali, permettendo di rispettare l’ambiente. Nel nostro piccolo cerchiamo di essere il più sostenibili possibile utilizzando colori a basso impatto ambientale e proprio grazie agli studi tecnologici siamo riusciti a trovare un modo più green per fissare il colore.
Questa antica tradizione è in pericolo, perché consigliereste ad un giovane di diventare stampatore?
Il lavoro artigianale è sempre faticoso, non è una strada facile, ma è molto emozionante. Noi della stamperia Bertozzi siamo sempre alla ricerca di nuove menti a cui trasmettere la nostra passione, tramandare i valori che mio nonno ci ha lasciato e mantenere vivo un mestiere così prezioso e antico.
La stampa a ruggine è tipica del territorio romagnolo, ma è apprezzata anche all’estero, da quali culture in particolare?
Noi abbiamo avuto modo di interfacciarci con la cultura giapponese, grazie ad un progetto legato al mondo zen, e devo dire che apprezzano moltissimo il lavoro artigianale. Gli americani invece sono rimasti stupiti dalla manualità e dalla tradizione del nostro lavoro. È sempre bello confrontarsi con le diverse culture e trovare il modo di dialogare, creando prodotti pensati ed elaborati insieme.
Dal 5 Maggio al 2 Luglio, tra gli otto foulard esposti nella mostra Tradizione Futura. La Stampa Romagnola tra arte e mestiere, ci sarà anche quello della Stamperia Bertozzi che per l’occasione ha scelto una coppia di pappagalli tratti da un disegno su carta del 1987 dello Studio Avantgard. Lo ha poi circondato con motivi animalier e tropicali ispirati a un disegno del 1994 dello Studio Tucano di Beppe Spadacini.
Qui puoi trovare l’articolo dedicato al processo creativo che ha portato alla realizzazione della collezione in limited edition Foulard d’artista.