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Risveglio di Passioni: la Space Age e il racconto immaginario del futuro attraverso il disegno

In occasione della nona edizione de La Notte degli Archivi – spin off nazionale del Festival Archivissima – uno dei motivi più affascinanti che si intesse con l’evoluzione del Costume, nell’ambito del tema “Passioni” è il tema del “futuro”, la passione per la ricerca, il tendere verso l’evoluzione tecnologica, la conquista dello Spazio, qui raccontata attraverso disegni d’epoca.

Archivissima 2024, le passioni come sogni per il futuro

Ledizione 2024 della kermesse torinese si collega dunque ai preziosi contenuti dell’Archivio, le cui testimonianze custodite raccontano il fluire del tempo per immagini e suggestioni, scegliendo lo spunto della “Space Age”, un capitolo interessante nella Storia della Moda, uno spartiacque dopo il quale il concetto di couture usci completamente trasformato.

Alcuni pattern in esposizione, provenienti dall’Archivio Brandone, celebrano la “Conquista dello Spazio”, l’idea di un futuro dominato dalla tecnologia e dalle linee essenziali e scabre dell’architettura brutalista.

Lo sguardo appassionato verso il futuro e spesso passa attraverso l’osservazione del cielo, cercando, fin dagli albori della civiltà, un “oltre”, un altrove affascinante e misterioso, che stimola le sfide per la scoperta e il superamento dei limiti.

E’ la stessa incontenibile e coraggiosa passione dell’Ulisse dantesco che spinge verso quel che è considerato insuperabile, la passione delle civiltà del passato che fin dagli albori della Storia osservano le stelle per predire eventi, eclissi e anche la sorte.

L’Influenza del Progresso Scientifico e dell’Immaginario Futuristico sulla Moda del XX Secolo

Nel corso dei secoli poi progresso scientifico spinge l’acceleratore della passione verso la conquista dello spazio, osservandolo e poi esplorandolo. L’impatto delle prime missioni in orbita del secolo scorso è fortissimo nella società e inevitabilmente influenza fortemente anche le trasformazioni dell’abbigliamento.

In particolare alcuni grandi stilisti traggono grande ispirazione dal progresso tecnologico, che cambia velocemente le prospettive, l’estetica e la concezione dell’abito, sulla scia della passione per il futuro, o meglio, dell’immaginario spaziale che si aveva del futuro negli anni ’60, gli anni che precedono il definitivo “allunaggio” del 1969.

Il Futuro immaginato è superamento della tradizione, è ricerca di forme nuove, che trascendano il canone estetico classico e condiviso. Le forme degli abiti sono trasfigurate, così come le superfici dei materiali, specchiate come metalli, artificiali e viniliche. Abiti rigidi che impongono movenze rigide come gli esportatori del Cosmo o come robot. Anche il genere cinematografico fantascientifico ha un ruolo importante nella definizione di “futuro” e di ignoto.

Courrège, Cardin e Rabanne: i principali esponenti della Space Age

La cosiddetta “Space Age”, i cui portavoce sono André Courrège, Pierre Cardin e Paco Rabanne, immaginano un futuro della moda fatto di linee geometriche, astratte rispetto alla linea del corpo, materiali inediti come plastica e metallo.

Courrège elude le linee anatomiche creando tagli netti, volumi rigidi, cuciture a contrasto e apre oblò irriverenti. Contende a Mary Quant l’invenzione della minigonna e pensa i suoi abiti bianchi, neri o metallizzati, traendo spunti dalle divise degli astronauti. Pierre Cardin introduce l’utilizzo della plastica, sperimenta volumi di avanguardia ed è famoso per i contrasti di colori accesi e assoluti. Infine Paco Rabanne, di cui è stato pubblicato un approfondimento lo scorso anni in occasione della sua scomparsa (https://www.ffri.it/fashion-journal/icone-moda/paco-rabanne/), è forse l’esponente più celebre che ha tratteggiato i canoni e l’espressione più affascinante della Space Age, il “metallurgico della Moda”, sospeso tra le reminiscenze antiche delle armature di metallo e la proiezione in una dimensione futura immaginaria, che culmina nel cult movie Barbarella del 1968, con i leggendari abiti fatti di piastrine metalliche che lo hanno reso immortale.


Alessandra Lepri
Giornalista e comunicatrice, con una laurea in Filologia Romanza nel cassetto, ha scritto per riviste internazionali specializzate destinate al trade e curato rubriche sulle tendenze di Moda. Ha intervistato i grandi protagonisti del settore dagli anni Novanta ad oggi, per magazine, emittenti tv e radio e insegnato nelle più importanti scuole di Moda italiane. Attualmente cura la Comunicazione e Ufficio Stampa per uno storico brand di accessori. È appassionata di abiti con la spietata attitudine di una “serial shopper”.

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