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Fashion Journal

Icone della moda

Paco Rabanne e il senso del Futuro

Il primo a guardare oltre il presente, Paco Rabanne è il primo a vestire di musica le sfilate. Un vero Maestro, antesignano e predecessore degli stilisti che hanno subito la fascinazione delle contaminazioni ardite tra arte, uso dei metalli e moda. Un’altra icona rivoluzionaria che entra nell’Olimpo dei più grandi stilisti di sempre, alla quale tutti devono qualcosa.

Francisco Rabaneda Y Cuervo, alias Paco Rabanne nasce a San Sebastian in Spagna da una sarta dell’atelier di Cristobal Balenciaga, per poi trasferirsi durante gli anni della guerra civile a Parigi, dove frequenta l’Ercole des Beaux Arts. Qui intraprende la sua carriera nella moda, creando bijoux per Givenchy, Dior e Balenciaga. Scopriamone insieme i tratti distintivi!

Lo stile avanguardista

La sua formazione artistica lo porta a sperimentare l’utilizzo di materiali alternativi a quelli della tradizione sartoriale: carta, metallo e il rodoide, una speciale plastica trasparente. Apre la sua casa di moda nel 1966 e si fa conoscere per usare pinze al posto degli aghi, placche di metallo anziché tessuti. Ma non solo, è anche il primo ad utilizzare la musica come sottofondo delle sfilate, scelta che avrà eco internazionale.

La sua creatività insolita non gli risparmia aspre critiche dai colleghi – per Coco Chanel è “il metallurgico della moda” ma al contrario è molto acclamato dallo Star System, tra cui l’icona fashion Jane Birkin e la carismatica Francoise Hardy che, nel 1968, indossa 9 kg di oro puro.
Ma il suo rompere i tabù gli varrà un altro riconoscimento fuori dagli schemi: quello dal massimo esponente del Surrealismo, Salvador Dalì, che con la moda ha più volte intrecciato legami.

I 12 “abiti importabili” e il cinema

La visione del futuro, l’avanguardia stilistica, il superamento della tradizione riassunti in una collezione manifesto nel 1966, che spinge l’acceleratore oltre le suggestioni della Space Age del coevo Courrèges. Restano nella storia i mini abiti lucenti e geometrici – i “link dresses” – composti di placche di metallo connesse da piccoli anellini e indossati da modelle scalze. Quasi 20 anni dopo, Gianni Versace avrebbe creato i suoi modelli nel celebre tessuto “Oroton”.

La forza dirompente di Paco Rabanne non sfugge anche al mondo del Cinema, che gli affida la realizzazione di costumi di scena. Tra tutti spicca “Barbarella” di Roger Vadim del 1968 che, nonostante le stroncature della critica, in breve tempo diventa un cult movie (probabilmente grazie anche allo straordinario impatto dei costumi). L’insolito e trasgressivo film di fantascienza viene ricordato infatti soprattutto attraverso l’immagine iconica dell’eroina spaziale Jane Fonda, statuaria e vestita di erotismo, in maglia metallica e trasparenze. Anche Audrey Hepburn nel film “Due per la strada” e le prime Bond Girls vestono gli abiti iconici dello stilista, vero “enfant terrible” della Moda.

Profumo di Paco

Un genio sensitivo e sensibile, che, ancora una volta primo tra tutti, immagina un packaging inedito per il suo profumo femminile. Nel 1969 lancia infatti Calandre, cedendo la licenza al gruppo Puig, intuendo il grande potenziale del mondo della cosmetica. Una potente esplosione floreale aldeica, il cui nome si ispira alla griglia placcata delle Rolls Royce, racchiusa in un flacone in vetro e metallo rigoroso e contemporaneo.
Paco Rabanne si rivelerà un innovatore anche in questo ambito, tanto da scrivere nuovi codici del mondo della profumeria e diventarne recordman, tuttora insuperato nel fatturato delle fragranze griffate, nonostante il ritiro volontario dalle scene al crepuscolo del Secondo Millennio.


Alessandra Lepri
Giornalista e comunicatrice, con una laurea in Filologia Romanza nel cassetto, ha scritto per riviste internazionali specializzate destinate al trade e curato rubriche sulle tendenze di Moda. Ha intervistato i grandi protagonisti del settore dagli anni Novanta ad oggi, per magazine, emittenti tv e radio e insegnato nelle più importanti scuole di Moda italiane. Attualmente cura la Comunicazione e Ufficio Stampa per uno storico brand di accessori. È appassionata di abiti con la spietata attitudine di una “serial shopper”.

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