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Fashion Heritage Tips: funzioni e caratteristiche del Museo d’impresa

Dopo aver identificato la natura del Museo d’impresa (anche rispetto all’archivio d’impresa), ci concentriamo oggi sulle sue peculiarità.

Abbiamo già appurato che l’utilizzo della storia come strumento a beneficio del presente, sia una scelta riconosciuta come vincente da molte aziende. Si fa leva sul proprio saper fare e sull’allure che inevitabilmente si riconosce ai successi che affondano nel passato, per differenziarsi dai competitor. Si contano infatti oltre 200 brand italiani che negli ultimi vent’anni hanno deciso di dar vita a musei e archivi d’impresa.

Ma i company museum, – costruiti e sostenuti attraverso investimenti della medesima impresa di cui portano il nome – non sono solo asset strategici. Possono e devono essere considerati anche come “luoghi d’arte nazionali” che rappresentano un valore per il territorio che li ospita, arricchendolo.

Ne esistono diversi tipi, riferiti ad una singola azienda o ad un singolo marchio o legati alla valorizzazione di più imprese, ovvero di interi distretti. È il caso del Museo del Tessuto, che racconta la peculiarità pratese della raccolta e riciclo degli stracci o del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, che illustra la storia economica della città, dalla vocazione setaiola a quella motoristica.
Nei musei d’impresa propriamente detti, invece, l’intitolazione rimanda sempre al brand. Gli spazi espositivi sorgono all’interno della sede (o in luoghi immediatamente riconducibili ad essa) e i contenuti esposti sono legati al core business. Lo stesso vale per la comunicazione caratterizzata da una duplice natura: informativa, poiché racconta le tradizioni aziendali, e persuasiva, dato che ricerca il coinvolgimento del pubblico per fidelizzarlo. È questo l’esempio del Museo Living Heritage di Sergio Rossi, che sorge accanto alla manovia di San Mauro Pascoli.

Stando alle argomentazioni di Marco Montemaggi e Fabio Severino – tratte da Heritage marketing. La storia dell’impresa italiana come vantaggio competitivo (Milano, Franco Angeli, 2007), primo approfondimento uscito sul tema in Italia – si possono identificare quattro funzioni chiave del museo d’impresa:

  • la funzione display, da intendersi come illustrazione plastica della storia aziendale orientata alla salvaguardia e alla ricollocazione del proprio Heritage all’interno dei flussi comunicativi dell’azienda, oltre che del suo ruolo nella storia del settore;
  • la funzione storico-istituzionale, in quanto diventa luogo di formazione e informazione del personale – fungendo da raccordo tra i vari dipartimenti – e del pubblico generico;
  • la funzione “digestiva” poiché supporta attivamente il processo di ricerca, catalogazione e studio del patrimonio. Attività che come sappiamo si rivela spesso importante anche come fonte di nuovi stimoli per i creativi in fase di progettazione;
  • la funzione identificativa, intesa come capacità del museo d’impresa di allargare la propria azione oltre i confini dell’azienda. Questo avviene in due direzioni, verso il contesto in cui l’azienda opera ma anche a livello globale, contribuendo a raccontarne l’eccellenza in tutto il mondo.

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