Fashion Journal

Stampa Tessile

L’avventurosa storia del pizzo Leavers

Chi indossa un capo esclusivo lingerie o un abito haute-couture in pizzo Leavers forse non immagina che in quell’intreccio fatato di fili si cela una storia fatta di avventura, caparbietà e passione.

La nascita e la produzione di quello che è considerato il pizzo più prezioso al mondo iniziò nel 1816, quando alcuni uomini inglesi si trasformarono in contrabbandieri trasportando di notte, attraverso il canale della Manica, il telaio che l’ingegnere John Leavers aveva perfezionato a Nottingham. Con il macchinario smontato a pezzi e nascosto nella barca arrivarono nella piccola città di Saint-Pierre-lès-Calais e fecero la sua fortuna.

DALL’INGHILTERRA ALLA FRANCIA

La passione per il pizzo era da tempo diffusa in tutte le corti d’Europa tanto che la produzione realizzata a mano non copriva più la richiesta del mercato.

Fino all’inizio del 1800 l’Inghilterra, in piena Rivoluzione Industriale, era stata leader in questo settore e numerosi inventori si erano cimentati nella creazione di macchine tessili che sostituissero la produzione artigianale. Con l’arrivo dei telai inglesi, velocemente Calais diventò un fiorente distretto produttivo specializzato, un vero “paese dei merletti”.

IL DISTRETTO PRODUTTIVO DI CALAIS-CAUDRY

Ancora oggi, tra concorrenza e imitazioni d’oltreoceano, nel territorio di Calais e Caudry resistono aziende come Noyon, Darquer, Solstiss, Sophie Hallette orgogliosamente legate ai loro giganteschi telai meccanici in ghisa.
Qui sono presenti circa 1.000 telai sui 1.200 esistenti in tutto il mondo. Un patrimonio unico se si tiene conto che, a causa di procedimenti molto complessi e costosi, dall’inizio del 1900 non vengono più costruiti.

Calais ha dedicato alla gloria del pizzo la “Cité Internationale de la Dentelle et de la Mode”, un interessante museo che ripercorre le tappe della storia produttiva locale, organizza esposizioni temporanee e accoglie telai e macchinari per illustrare il ciclo di fabbricazione del pizzo.

UN INCONTRO DI UOMINI E TELAI

30 fasi diverse e l’impiego di manodopera altamente specializzata significano tanto tempo per produrre ogni metro di pizzo. E il tempo è il grande lusso della nostra epoca.
Il disegno di ogni nuovo pizzo viene innanzi tutto schizzato a mano, tradotto in uno schema complesso dove ogni quadretto corrisponde a un singolo punto e poi traferito su cartoni perforati come le pianole di un tempo. La consistenza eterea del pizzo Leavers non lascia immaginare che dietro alla sua creazione ci siano uomini con mani sapienti che preparano i carrelli e le bobine soppesandole una ad una, altri che si inabissano tra gli ingranaggi. Ogni telaio ha chi lo sorveglia continuamente, controllando la tensione di migliaia di fili. Uomini e telai lavorano fianco a fianco per creare qualcosa di magico.

DAL GRIGIO AL COLORE

Punto dopo punto, il pizzo nasce grezzo e grigio perché i telai sono lubrificati con la grafite. Prima di essere colorato ogni metro di pizzo è ispezionato su tavoli luminosi e delicatamente rammendato dove è necessario. Qui entrano in scena le donne che si occupano di queste fasi speciali lavorando a mano e con le macchine da cucire.
Poi è il momento dei bagni di colore effettuati con impianti elaborati che garantiscono l’uniformità cromatica del pizzo prodotto.
Una volta che il pizzo è stato asciugato, ricominciano i controlli di qualità, le rammendature, il taglio dei fili eccedenti. La cura del dettaglio e il tempo sono dimensioni irrinunciabili.

LA PERLA E IL PIZZO LEAVERS

Disegni ben definiti con effetti di rilievo, il celebre “punto lungo” che riempie motivi principali, i bordi perfetti e rifiniti da piccoli anelli detti picot: ecco i segni particolari del pizzo Leavers, quelli che lo rendono speciale insieme alla leggerezza.
I pizzi siglati dal marchio di autenticità “Dentelle de Calais-Caudry” sono realizzati sia in versione elasticizzata per la lingerie e in versione rigida, di solito preferita per abiti da sposa e haute-couture.

Il marchio La Perla, riconosciuto a livello internazionale come eccellenza nel mondo della lingerie, fin dalla sua nascita nel 1954 è stato legato da un filo invisibile al pizzo Leavers. La fondatrice Ada Masotti era incantata dalla preziosità di questo materiale e decise di utilizzarlo nelle sue creazioni esclusive. Questa liaison è documentata dalla storia fotografica del brand che, decennio dopo decennio, nelle proprie campagne ha dato alle collezioni in pizzo Leavers un ruolo da protagoniste.

Il progetto Fashion Photography Archive attivato dalla Fondazione Fashion Research Italy permette di esplorare questa dimensione così rappresentativa dell’heritage La Perla.
La schedatura attraverso parole chiave dell’archivio fotografico del brand fa emergere la storia dell’azienda anche filtrata attraverso l’unicità dei suoi capi in questo pizzo dalle caratteristiche uniche.
Un racconto emozionante di moda e bellezza.

Per maggiori informazioni, scrivere a: [email protected]


Isabella Cardinali

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