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Milano Fashion Week autunno-inverno 2025/2026: facciamo il punto

Appeal da atmosfera nostalgica ma mindset consapevole – forse anche timoroso – del futuro, è così che la Settimana della moda ha salutato Milano, lasciando dietro di sé momenti iconici e trend pronti a farci brillare, pur nel grigiore delle stagioni più fredde.  Per l’autunno-Inverno 2025/2026 non abbiamo dubbi, tra motivi floreali e trasparenze è difficile pensare che non si possa “fiorire” verso una metamorfosi eclettica di stili e gusti diversi. Dopotutto, ci sono sfumature punk, ritorni portentosi come quello dell’animalier, ma anche la volontà di ricordarci la realtà (quantomeno delle temperature) con pellicce, sciarponi e alta maglieria. 

È sempre difficile fare il punto della varietà stilistica da cui siamo travolti durante le attese Fashion Week, ma ci proviamo non perdendo quella predisposizione alla meraviglia propria dei cultori, certo, ma anche e soprattutto di spettatori appassionatissimi.

Le tendenze

Intramontabile il comfort della maglieria (Missoni, tra i molti, ce lo insegna), soprattutto se presentata con layering elaborati. Ancor meglio se a spadroneggiare per le tonalità c’è il buon caro bordeaux, colore must-have per questa stagione (occhio, inoltre, al melange).

Come detto, grande protagonista la pelliccia (nella maggior parte dei casi sintetica ma incredibilmente realistica). Fendi, in particolare, ce lo dimostra nella sfilata del suo centenario. A Fendi, e non solo, si collega anche il trend della pelle. In generale, la Mfw si è aperta a una sorta di “punk sofisticato” con borchie, strappi e cinture che giocano con l’eleganza e la sobrietà.

La nostalgia dello status symbol alto-borghese per eccellenza, chic ma vistoso, della pelliccia ha lasciato poi spazio al motivo romantico dei fiori. Nessun cuore, neanche quello più intorpidito dal vento glaciale, può rimanere indifferente. 

Dalla poesia all’ufficio, o sarebbe meglio dire che  l’ufficio può presto diventare poetico e sorprendente: Ferrari, Ferragamo e Tod’s, ad esempio, precisano che il tailleur da taglio maschile può tranquillamente mantenere il proprio rigore pur mixando giacche austere con gonne dagli spacchi vertiginosi e sensuali e cravatte che scompaiono per lasciare la pelle ben visibile. Le trasparenze, a questo proposito, appaiono ricercatissime, tra le tante quelle proposte da Scervino o da Dsquared2 per il suo trentesimo.

E ancora le frange fluttuanti che lasciano disegnare il movimento all’indossatrice o indossatore e il velluto, tessuto di eccellenza per chi non sa rinunciare alla classicità confortevole (Armani, Roberto Cavalli e Max Mara lo usano con maestria).

Lo sguardo delle maison

Alla domanda senza tempo su quale sia lo “stile giusto”, la Milano Fashion Week risponde accontentando tutti: ogni cosa è moda, purché se ne comprenda l’essenza. Difficile però dirimere l’offerta, soprattutto pensando a un pubblico ormai sempre più variegato, consapevole ed esigente. Ecco che viene in soccorso la reinterpretazione storica, laddove il futuro appare incerto o caotico,  nonostante  la sperimentazione resti colonna portante.

Gucci e Versace hanno esplorato il passato, dosando al meglio i codici del proprio heritage (già iconico il foulard Gucci che elegantemente copre il cappello da baseball). Jil Sander ha abbracciato l’oscurità del nero illuminandola di un carattere originale. Fendi, come detto, ha celebrato i suoi primi cento anni mantenendo un occhio vigile verso l’innovazione. Sunnei, tra l’altro, ha compiuto dieci anni “che sembrano cento”, proponendo modelli over 50 audaci e autentici. Dolce&Gabbana ha cercato di parlare alle nuove generazioni. 

Impreziositi dai gioielli sono stati gli outfit di Prada e il concept di una splendida gonna Etro (quest’ultima presentata in una sfilata dal gusto mediterraneo). Marco Rambaldi ha rivisitato i capi, concependo, ad esempio, una maxi sciarpa come un top.

A dare la loro benedizione come sempre le star, sopra o attorno alle passerelle; tra i nomi internazionali, Keira Knightley, Rachel Brosnahan, Gal Godot, Juliette Binoche, Ed Westwick e Lily James.


Gabriella Ronza
Gabriella Ronza è una giornalista pubblicista, autrice fantasy e docente di materie letterarie nelle scuole superiori. Nata il 23 Giugno 1995 a Marcianise, in provincia di Caserta, si laurea con lode in Filologia Moderna. Negli anni della laurea comincia i suoi primi passi nel mondo del giornalismo, facendosi notare anche come addetta stampa di importanti personalità del settore culturale. Da sempre interessata al mondo della cultura, della moda, del costume e della società, è dal 2018 particolarmente attiva in campo editoriale e divulgativo. A partire dal luglio 2019 è stata anche curatrice senior per la rubrica di arte, moda e cultura del blog “La fragilità degli onesti”. Negli ultimi anni ha partecipato a manifestazioni e progetti culturali di vario tipo sul web, nelle scuole, in radio e in televisione.

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