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Milano Unica scommette sulla ripresa

Torna a Milano il salone del tessile, da sempre punto di riferimento per il sistema moda primo a dover chiudere per i lockdown ma anche primo a ripartire.

Questo 35esimo appuntamento conta 445 espositori in totale, con un beneaugurante ritorno di 65 realtà straniere. Numerose le aree speciali e di ricerca che completano il panorama espositivo, tra cui l’Osservatorio Korea, Japan, Origin Passion and Beliefs, l’Innovation Area, lo spazio dedicato alle Startup e l’area Designers.
The Woolmark Company, Linen Dream Lab, Filo sustainability offrono invece approfondimenti sulle fibre e sui filati, centrali in questa edizione dove le novità sul fronte sostenibile sono diverse. Come la presenza di enti certificatori e la collaborazione con Retex Green, nuovo consorzio dedicato alla moda circolare.

Una tendenza ormai consolidata, rimarcata anche dai rappresentati delle istituzioni presenti alla cerimonia di inaugurazione.

Il nostro è un Paese dove fare sistema è fondamentale, anche per salvaguardare la vera sostenibilità. Essere più sostenibili, più tecnologici e anche più digitali è il futuro. Promuovendo i nostri valori, promuoviamo i prodotti. – Carlo Capasa, Presidente Cnmi.

Posizione condivisa anche da Sergio Tamborini, Presidente di Sistema Moda Italia, che aggiunge: “In un panorama di crescita evidenziato dai dati di settore, ma anche di incertezza generale le aziende e gli imprenditori del tessile e abbigliamento sono in prima linea per affrontare il cambiamento che sta vivendo la filiera, puntando su azioni coese e sulla sostenibilità”.

Le tendenze

Cosa aspettarsi quindi per la prossima stagione? Secondo Milano Unica, sono tre le principali tendenze che caratterizzeranno le nuove collezioni: Seasonless Opulence, Seasonless Nature e Seasonless Flexibility.

Fattor comune la ricerca di fluidità, tra le stagioni, le occasioni d’uso e i target. Si sceglieranno fibre e accessori caratterizzati da una sperimentazione negli spessori per adattarsi a tutte le condizioni ambientali, coniugando lo stile urbano con la ricerca di comfort della vita all’aria aperta. I cotoni diventano invernali, le lane leggerissime per l’estate e anche le cromie si mixano, come le ispirazioni: la leggerezza della naturale non rinuncia ad un richiamo all’estetica senza tempo delle stampe orientali e anni ’30 o le disegnature anni ’70.

Il tutto all’insegna del gender swap, ovvero l’intreccio di riferimenti estetici femminili e maschili che arricchisce, anziché sottrarre in contrapposizione alla precedente ottica genderless.

Una fluidità che trova infine espressione nel definitivo abbattimento delle barriere tra il mondo reale e quello virtuale, cullandoci in una dimensione ibrida a cui da tempo ormai ci siamo abituati.

Le sfide

Sostenibilità e tecnologia si incontrano quindi per definire le nostre scelte di consumo e dunque le sfide che il settore tessile dovrà affrontare delineate da Bain & Company a conclusione di un quadro della situazione del tessile-abbigliamento. Più che positivo il bilancio con un numero ordini per la SS23 pronto a varcare la soglia del 2019 ed un fatturato complessivo che nel prossimo anno dovrebbe tornare ai numeri pre-pandemici, con un anno di anticipo rispetto alle attese, e la necessità di lavorare su:

  • la riduzione dei tempi di consegna
  • l’innovazione dell’offerta grazie allo sviluppo di materiali performanti e sostenibili adatti alle nuove occasioni d’uso ibride casual-formali
  • il necessario investimento in una value proposition lavorativa attrattiva per reclutare i nuovi talenti e formarli adeguatamente sia in ambito manuale che manageriale.

“Una quarta priorità è la definizione di procedure e standard comuni per la certificazione di sostenibilità dei tessuti, frutto della collaborazione di filiera tra i distretti, in modo da potenziare il vantaggio competitivo verso i marchi clienti e i consumatori finali” conclude Claudia D’Arpizio, senior partner di Bain&Company.


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