Cercal spegne le candeline: intervista a Serena Musolesi
È dal 1984 che San Mauro Pascoli accoglie un’eccellenza nell’ambito della Formazione Professionale specializzata. Si tratta del Centro Ricerca e Scuola Internazionale Calzaturiera (CERCAL).
Quarant’anni di passione per il mondo della calzatura, della pelletteria e della moda, di collaborazione con aziende prestigiose e formazione di professionalità di alto profilo.
Questo venerdì 18 ottobre, Cercal ha spento le candeline, consapevole della sua mission principale: preparare figure professionali che ricoprono tutte le specializzazioni del settore, con una particolare attenzione verso la produzione di calzature da donna di alta qualità.
Per l’occasione abbiamo deciso di intervistare l’AD Serena Musolesi che, oltre a porgerci uno speciale invito per la “festa di compleanno” del centro, si è rivolta a noi con gentilezza e disponibilità.
Il territorio in cui si sviluppa Cercal ha una tradizione calzaturiera secolare. Come riuscite ad approcciarvi a un patrimonio storico tale?
Cercal ha iniziato la sua attività nel 1984, nell’ambito della formazione e della ricerca di tendenze moda. Negli anni ’70 il distretto calzaturiero era nel pieno del suo sviluppo internazionale e negli anni seguenti la produzione sammaurese comincia a distinguersi sempre di più per un prodotto “di lusso”, frutto di ricerca, stile e qualità dei materiali. In questo contesto il centro ha incontrato le esigenze delle imprese, sia sul versante nell’inserimento di figure tecniche e di manodopera specializzata sia nell’ambito della ricerca stilistica.
In verità, la storia del distretto è molto più antica. Abbiamo testimonianze di primi ciabattini già alla fine dell’Ottocento. Nella prima parte del Novecento, fino a circa gli anni ’40, il lavoro artigiano, anche organizzato in cooperative, produceva scarpe per l’esercito e soprattutto scarponi per gli alpini. Dopo le guerre, con la ricostruzione si riavviarono le attività dei ciabattini ma la svolta decisiva arrivò nella seconda metà degli anni ’50, con la transizione dai piccoli laboratori locali ai cosiddetti “capannoni” che hanno posto le basi dello sviluppo delle aziende negli anni ’50 e ’60.
Dagli anni ’80 Cercal ha perciò accompagnato il successivo quarantennio di sviluppo, con la sua crescita e le sue oscillazioni, dedicandosi con passione alla formazione, ma anche cercando di creare dei momenti di celebrazione. Infatti, abbiamo spesso organizzato mostre per narrare i prodotti e la storia legata a essi. Nel 2019-2020 ad esempio, pur attraversando come tutti un periodo così particolare, insieme al Comune di San Mauro Pascoli abbiamo organizzato iniziative dedicate al “sandalo”, concentrandoci sul modello di calzature delle origini e lavorando a stretto contatto con l’Università di Bologna.
Ovviamente, la nostra mission resta quella della formazione, ma ci piace condurre il nostro agire con occasioni del genere, collaborando attivamente con il territorio, con le istituzioni e le imprese.
Va da sé che si tratta di momenti importanti anche per i nostri studenti.
E che storia, invece, ha cercato di raccontare e tuttora racconta Cercal?
Come detto, raccontiamo il distretto e la sua storia anche attraverso seminari e testimonianze all’interno nei nostri percorsi formativi. Puntiamo a valorizzare l’eccellenza del lavoro
artigianale. Naturalmente, abbracciamo anche l’innovazione tecnologica, di cui possiamo dirci “anticipatori” per quanto riguardo l’inserimento di concetti attinenti nella formazione del settore calzaturiero. Tuttavia, teniamo a non dimenticare e a salvaguardare quella parte più manuale e artistica che è il cuore dei prodotti di alta gamma.
Quarant’anni di attività nella formazione. Quali sono le nuove sfide a cui i vostri studenti vengono preparati?
Tra le più note ci sono quelle della trasformazione digitale e green, temi che coinvolgono in prima persona le giovani generazioni.
Sono trasformazioni già in atto da tempo ma che richiedono sempre nuove conoscenze, anche per quanto riguarda il lato organizzativo. A questo proposito le aziende, sia le più grandi che quelle della filiera, hanno lavorato, analizzato i propri processi e cercato il miglioramento. Il tema della sostenibilità in tutti i suoi aspetti (ambientale, economico e sociale) impatta il nostro settore anche nell’ottica del rispetto delle nuove disposizioni europee. Dunque, cerchiamo di abituare i nostri studenti ad approcciare e ad affrontare al meglio questo mondo.
Cercal è un polo di aggiornamento anche per chi è già inserito nel settore. Che legame si crea con chi, partendo da voi, va (entrando nel pieno del mondo del lavoro) e poi torna?
È molto bello poter riflettere sul lato umano, considerando invece quanto possa risultare stressante quello della gestione amministrativa.
Non abbiamo organizzazioni del tipo “alumni”, ma i nostri studenti ci ricordano sempre con affetto e gratitudine. Molti di loro, anche provenienti dall’estero, quando presenti a una fiera in Italia non mancano di venirci a salutare, altri tornano come docenti. In numerosi si ripresentano per un aggiornamento. È gratificante.
Può dirci qualcosa di più dell’evento del 18 ottobre? Come è stato programmato questo compleanno?
È stato organizzato un evento, insieme al Comune di San Mauro Pascoli e a Sammauroindustria, diviso in tre momenti per tre luoghi diversi di Villa Torlonia. La prima parte ha coinvolto la Sala del teatro con i saluti istituzionali miei e del nostro Presidente (Marco Piazzi), del sindaco Moris Guidi, della Presidente di Assocalzaturifici (Giovanna Ceolini) e di Manuela Ratta del Settore Innovazione sostenibile, imprese e filiere produttive per la Regione Emilia-Romagna, con cui siamo in contatto per progetti sulla sostenibilità. È seguito un monologo del poliedrico drammaturgo, scrittore e poeta Roberto Mercadini, che ci ha regalato un inedito testo sulla storia del distretto della calzatura dal suo punto di vista. Si è trattato, dunque, di un momento di riflessione e ispirazione. Il titolo del suo monologo parla da sé: “Colpi di tacco”.
Nella Sala delle tinaie, invece, è stata inaugurata la mostra “Scarpe e non solo”, a cura di Maria Cristina Savani, aperta – esclusi i mesi di dicembre e gennaio – fino a maggio. Si tratta del racconto in pillole delle professioni del settore calzaturiero e moda, visti attraverso i percorsi formativi e i materiali raccolti dalla scuola, ma anche attraverso i progetti realizzati e la collaborazione con le imprese. L’intento è di celebrare i quarant’anni di attività, ma anche di coinvolgere le scuole – grazie al supporto del Museo multimediale pascoliano – al fine di dare la possibilità di partecipare a laboratori pratici.
È una mostra vissuta, associativa e partecipativa.
Infine, nella Sala delle colonne, il momento conviviale, con aperitivo, taglio della torta e brindisi finale.
Il mondo della formazione si lega inevitabilmente a quello della professione. Qual è il vostro rapporto con le aziende del settore?
Di fatto le imprese principali sono all’interno del Cercal. I nostri presidenti sono spesso imprenditori o manager di aziende del territorio. Come tipico dei centri di professione, i formatori cercano di trasferire il know-how maturato nel mondo del lavoro. La preparazione iniziale, che si dà in una scuola specialistica come la nostra, facilita l’inserimento successivo. Naturalmente, dopo la scuola la formazione continua all’interno delle aziende, ma attraverso i nostri percorsi diamo solide basi per lo sviluppo e la crescita di professionisti.
F.FRI è a sua volta un centro di formazione. Recentemente, ad esempio, è stato aperto un corso per Tecnico Superiore Fashion Hi-Tech and Sustainable Manager. Come rappresentante di un ente più longevo, che consigli darebbe a un ente più giovane, considerando la medesima importanza che diamo alla mission di professionalizzazione?
Più che un consiglio, un augurio: quello di andare avanti così!
Cercal ha collaborato con F.FRI e abbiamo progetti insieme in partnership. C’è volontà e prospettiva di continuare in questo modo, cercando sempre di ascoltare e anticipare il nostro settore.
La vostra fondazione nasce con la mission di custodire e valorizzare la tradizione tessile del Made in Italy e supportare le aziende nell’innovazione digitale e green, la nostra invece è una scuola nata con una specializzazione calzaturiera, per rispondere a esigenze specifiche. Il contesto è diverso, ma gli intenti e i valori sono condivisi.