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“Architettura per la moda” giunge alla seconda edizione

L’esperienza della prima edizione del corso di Architettura per la moda è apparsa appassionante e singolare: un successo in termini qualitativi grazie ad un corpo docente d’eccezione, che quantitativi, con l’adesione di studenti da tutto il mondo, che alzava “l’asticella” nella sfida della seconda edizione in partenza ad ottobre.

Quali implementazioni apportare ad un progetto, che già nella propria prima espressione aveva definito un prodotto equilibrato ed univocamente determinato come virtuoso?
Una prima riflessione ha riguardato i moduli accessori al percorso formativo, ed in particolar modo il segmento di “Rappresentazione virtuale dell’architettura”. Considerata la durata del corso, la pluralità e diversità degli approcci rappresentativi attuati da ciascuno studente, si è riconosciuto che una seconda edizione non avrebbe potuto affrontare un simile argomento, che nell’economia del progetto non godeva di un sufficiente tempo di sedimentazione delle competenze.
D’altra parte invece, lo svolgimento del corso aveva evidenziato come l’argomento delle vetrine, della permeabilità e della comunicazione del punto vendita con il fronte strada – dunque coi fruitori dello spazio moda – definiva una delle principali sfide che l’architetto era chiamato a raccogliere. Per simile ragione l’ed. 2 del corso di Architettura e moda elide la parte di rappresentazione virtuale del progetto, demandata al particolare background/sensibilità dello studente, approfondendo piuttosto il tema del visual merchandising e dell’allestimento della vetrina. Simile approfondimento si fregia della straordinaria partecipazione del Visual Merchandinser di Elisabetta Franchi, Gianluca di Molfetta, e dell’intervento della più nota e raffinata azienda produttrice di manichini di lusso: Bonaveri.

Sempre sul fronte della didattica frontale, l’esperienza condotta nella prima edizione del corso con l’azienda ESSE-CI – che ha contribuito al progetto di illuminazione per il corner store di Borbonese attraverso una serie di interventi “diffusi” nel contesto del laboratorio – ha portato a strutturare un vero e proprio modulo di progettazione della luce per il retail della moda, strutturando ed ordinando in un percorso codificato tutta quella serie di conoscenze e competenze utili all’esibizione della merce attraverso lo strumento luminoso.

Superando la didattica frontale, un ulteriore fronte di sviluppo è stato identificato nelle testimonianze dei lecturer: in simile direzione, oltre a confermare tutte le prestigiose collaborazioni della prime edizione, si è ampliato il panel di lecturer, arricchendolo delle esperienze dello Studio Chipperfiled – già retail designer per Valentino – e Amdl Michele De Lucchi Studio – che vanta collaborazioni con Moschino e Camper.

Proprio la crescita della collaborazione con lo studio Chiepperfield, ha portato a quella che reputiamo essere la più innovativa opportunità di questa edizione del corso, svolgere cioè il segmento di laboratorio sotto il coordinamento di Giuseppe Zampieri – direttore della sede italiana dello studio Chipperfield, in un percorso orientato anche all’inserimento degli studenti nel prestigioso studio di progettazione.


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