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Corso “Archivi della moda”: chiusa la seconda edizione, si pensa alla terza

Si è conclusa, il 29 giugno scorso, la Summer School “Archivi della Moda: heritage management”.

Bilanci e riflessioni alla mano, anche per la seconda edizione, è giusto parlare di un successo. Dovuto senz’altro alla poliedricità dell’offerta didattica, ma anche alla peculiare capacità del corso di registrare il fermento culturale e commerciale sollevato di recente dal concetto di brand heritage applicato al mondo della moda e del lusso.

Il curatore del corso Fabio Massaccesi ha costruito concettualmente le due settimane di lezioni attorno a quattro macro-temi, che hanno restituito un’ampia panoramica e numerosi spunti di approfondimento a coloro che desideravano una preparazione di base su questi temi:

  • differenze tra archivio, museo d’impresa e fondazioni;
  • gli archivi per la creatività, come strumento di comunicazione e marketing;
  • la gestione dell’archivio tenendo conto delle caratteristiche e delle esigenze dell’impresa, metodi e tecniche di descrizione archivistica;
  • gli archivi di moda e la descrizione archivistica del comparto calzaturiero.

Tutti argomenti che corrispondono, di fatto, ai diversi modi di intendere l’archivio e di raccontare il ruolo che giocano all’interno delle imprese.

Gli studenti del corso "Archivi della moda" durante il workshop

Ad arricchire questa lettura prospettica, anche quest’anno ci sono state le visite a prestigiose realtà del settore: a San Mauro Pascoli, nel cuore del distretto calzaturiero romagnolo, gli studenti hanno avuto la possibilità di accedere al Living Heritage recentemente inaugurato da Sergio Rossi nella sua sede produttiva, museo aziendale nato sulla scorta della rinnovata necessità di recupero del suo brand heritage. A Stra, a pochi passi da Padova, sono stati accolti tra le sale del Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi, museo di impresa di Rossimoda, altra eccellenza del distretto calzaturiero del Brenta. Ancora, a Castrette di Villorba, nel trevigiano, l’archivio del Gruppo Benetton ha aperto eccezionalmente le sue porte per mostrare ai corsisti i suoi pezzi storici, ma anche per illustrare dal vivo le caratteristiche e il funzionamento di un archivio di impresa ben strutturato. La seconda settimana è stata la volta di Firenze, dove hanno avuto il privilegio di visitare il Museo, l’Archivio e la Fondazione Salvatore Ferragamo, tra i più virtuosi esempi di cosa significhi possedere un archivio storico organizzato e un museo d’impresa in grado di valorizzarlo. Nella stessa giornata hanno avuto modo di visitare infine anche Gucci Garden, il progetto espositivo del brand toscano – recentemente ripensato dal direttore creativo Alessandro Michele – che ripercorre la storia del brand, anche attraverso la valorizzazione del suo archivio storico.

Le testimonianze riportate durante le ore di lezione frontale e l’analisi dei numerosi casi di studio fanno riflettere su quanto la salvaguardia della memoria sia stata per anni a repentaglio, lasciando intravedere solo di recente un corale cambio di rotta da parte degli attori economici italiani. Certamente i motivi vanno rintracciati in una normativa ministeriale che lascia troppo spazio all’iniziativa degli imprenditori e al contempo non si dimostra in grado di fornire direttive univoche per la salvaguardia del patrimonio industriale tout court; è il caso di sottolineare, altresì, come gli sforzi economici che sottendono un piano archivistico ben orchestrato vadano spesso oltre le reali possibilità delle aziende.

Conclusione della seconda edizione corso "Archivi della moda" di Fashion Research Italy

Attraverso i docenti – tutti professionisti del settore – gli studenti di questa Summer School hanno avuto modo di verificare come la lacunosità del mondo archivistico applicato alla moda stia lentamente regredendo, lasciando spazio alla diffusione di una sensibilità culturale capace di permeare il tessuto aziendale, influenzandone le strategie di comunicazione e marketing. Proprio quest’ultima è la leva su cui sempre più numerose realtà aziendali si stanno convertendo, riconoscendo al proprio archivio storico un ruolo di asset su cui incardinare la propria immagine commerciale, ma anche la propria autorevolezza sociale sul territorio.

Sono queste le premesse che permettono ad un’azienda di investire sul proprio brand heritage, trasformando la propria storia in un percorso identitario virtuoso e riconoscibile. Un processo difficile da realizzare senza poter contare sul racconto vivido di un archivio ben strutturato e su figure professionali in grado di valorizzarlo.

Per questo la Fondazione Fashion Research Italy ha organizzato una Fall-Winter School che si terrà dal 12 al 23 novembre, terza edizione del corso che darà seguito al percorso di formazione più completo per la conoscenza e la gestione degli archivi di moda.
Oltre alla consueta presenza di professionisti della conservazione, creativi e designer, l’edizione di novembre dedicherà un focus all’heritage di Gianfranco Ferré ed uno più specifico alla valorizzazione espositiva di archivi prodotto e archivi di impresa, unitamente ad una panoramica sui software catalografici in uso nelle realtà più prestigiose.


Claudia D'Angelo
Responsabile dell’archivio di textile design e del progetto Punto Sostenibilità della Fondazione Fashion Research Italy di Bologna, è anche curatrice del percorso Archivi della Moda e del corso Green Fashion. Necessità e strumenti per una moda sostenibile, svolgendo anche attività di consulenza e di divulgazione per la costituzione e valorizzazione degli archivi di settore. È stata inoltre responsabile dell’archivio digitale di Aeffe Fashion Group, di cui ha curato la prima costituzione. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna ed è stata Visiting PhD presso l’Harvard University (USA), conducendo attività di ricerca sui temi della moda e dell’arte contemporanea.

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