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Fashion Journal

Icone della moda

Vivienne Westwood: l’altra regina di Inghilterra

Celebrata in ogni angolo del mondo, Vivienne Westwood è entrata nell’Olimpo degli stilisti che hanno lasciato un segno profondo nella storia del costume. La sua scomparsa ha generato curiosità verso questa protagonista straordinaria, di cui le riviste di tutto il mondo raccontano la vita intensa e irriverente e le intuizioni che avrebbero segnato per sempre la moda.

Lascia una immensa eredità al Fashion System contemporaneo e traccia un’orma indelebile che trasforma i canoni generali del vestire, trasferendo nella moda la “ribellione”. A lei il nostro omaggio con questo approfondimento del suo inconfondibile stile.

Rock&Fashion

Muove i primi passi a Londra in King’s Road aprendo un negozio di abbigliamento e accessori nel 1971, nel solco della rivoluzione sessantottina che aveva iniziato a sovvertire l’establishment. Ma Vivienne prende un’altra strada e agli inni pacifisti degli hippies preferisce il rombo del rock e la trasgressione.
Nessuno più di lei è riuscito a cogliere gli stimoli del presente, spesso anticipandone le avanguardie: ha attinto dalla strada, dalle subculture giovanili e dalla scena musicale britannica, contaminandole in uno stile unico, trasformandolo in messaggio. Nel negozio “Let it Rock” Vivienne Westwood mette in mostra vestiti e accessori dedicati alla gioventù urbana londinese: capi in pelle e gomma ispirati alla corrente punk, accessori sadomaso per sottolineare l’impeto anarchico e sovversivo, ed elementi derivati dal mondo dei Teddy boy.

Se siamo ormai abituati alla moda come veicolo di slogan, siamo tutti debitori nei confronti della “regina del punk” che affida i suoi messaggi iconoclasti e irriverenti alle t-shirt. Iconica quella con l’effigie della Regina Elisabetta II, un manifesto provocatorio espresso in contemporanea dai Sex Pistols nel 1977, in occasione del Giubileo d’Argento della Monarchia Britannica, quando elaborarono in chiave punk la solennità dell’inno “God Save The Queen”.

New Romantic

Come una regina autoritaria e volitiva Vivienne cambia spesso rotta, mantenendo salda la sua originalità e il suo tendere alla libertà. Inventa le tendenze, senza mai seguirle, anzi. Se il coro unanime della moda anni ’80 delinea le rigide strutture della moda androgina della donna in carriera, lei, tenace femminista, vira in senso contrario, sottraendosi alla tirannia delle logiche ed esigenze di mercato. Distrugge le imbottiture esasperate dei capispalla e propone un mood romantico, con la collezione ispirata ai Pirati nel 1981, con sottogonne, ruches, fibbie e alti stivali larghi. Nel 1983 presenta le “Streghe”, nel 1987 la collezione “mini-crini” ispirata alle bambole del balletto Petruška di Stravinskij. Il resto dello Star System la segue negli anni Novanta, ma lei si spinge oltre, senza mai restare nei binari tracciati.

Anglomania!

Mentre gli stilisti strappano, deformano e destrutturano in cerca di asimmetrie più azzardate e nuovi volumi gli anni Novanta rappresentano la consacrazione definitiva di Vivienne Westwood come stilista ribelle, insignita nel 1991 con il riconoscimento di “stilista dell’anno”. Il decennio sancisce il ritorno del tartan, del corsetto strizzato, della crinolina e delle strutture rigorose che tuttavia risentono del suo tocco originale. Cortigiane imbellettate che sembrano arrivare dal Settecento inerpicate in tacchi vertiginosi conquistano le passerelle, mentre la corrente generale scorre verso il Minimalismo. Accessorio culto le scarpe “Prostitute”dal plateau altissimo con cinturini che si arrampicano fin sopra la caviglia.

Le ultime rivoluzioni firmate Westwood

Come sempre Vivienne Westwood arriva per prima a inaugurare le stagioni della moda. Agli albori del terzo Millennio infatti sente che l’evoluzione del mercato del tessile rischia di violentare il pianeta e lancia messaggi importanti per arginare l’onda travolgente del fast fashion e del vestire usa e getta che snatura la creatività ed è sempre più insostenibile. Si batte per l’affermazione dei diritti civili, con la bussola sempre rivolta all’espressione sincera e anche un po’ avventuriera della libertà. Ci lascia un motto che oggi più che mai è attuale e urgente: “Buy less, choose well, make it last”.


Alessandra Lepri
Giornalista e comunicatrice, con una laurea in Filologia Romanza nel cassetto, ha scritto per riviste internazionali specializzate destinate al trade e curato rubriche sulle tendenze di Moda. Ha intervistato i grandi protagonisti del settore dagli anni Novanta ad oggi, per magazine, emittenti tv e radio e insegnato nelle più importanti scuole di Moda italiane. Attualmente cura la Comunicazione e Ufficio Stampa per uno storico brand di accessori. È appassionata di abiti con la spietata attitudine di una “serial shopper”.

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