Fashion Journal

Icone della moda

Fiorucci, la terapia dell’amore

Stilista o imprenditore? Visionario o business man? Innovazione, irriverenza, lungimiranza e follia intelligente e meravigliosamente pop. E’ l’universo di Elio Fiorucci, che ha indelebilmente lasciato un solco spartiacque nel sistema moda, non solo italiano.

Tutto ciò che oggi stupisce ancora nella Moda Elio lo aveva già pensato e realizzato, comunicatore di se stesso, dei suoi colori chiassosi e sfacciati e dei talenti che scovava nel mondo, uniti dal comune denominatore della creatività allo stato puro, novità e ironia divertita e dissacrante. Una follia moderna, che sulle rovine della moda perbene e borghese ricostruiva canoni che avevano come cifra riconoscibile la voglia di divertirsi e trasgredire, ma con consapevole leggerezza.

Per celebrare il novantesimo della sua nascita è stata allestita una mostra retrospettiva, visitabile fino al 16 marzo, che esplora le infinite sfaccettature di questo sorprendente ed eclettico “cool hunter” e creativo, alla Triennale di Milano. Un’occasione unica per scoprire anche aspetti inediti e apprezzare un genio del Made in Italy dal respiro internazionale.

Il primo Concept Store italiano e la rivoluzione Fiorucci

Elio Fiorucci ha il merito di avere creato per primo in Italia uno spazio “concept store”, nel lontano 1967, un tempio in Piazza San Babila, ancor prima che Milano diventasse una capitale della Moda. Milano come Londra, crocevia di avanguardie, suggestioni musicali, sottoculture iconoclaste e rottura degli schemi. Uno spazio di riferimento per le giovani generazioni, che in Italia possono finalmente avere un portavoce e un luogo di riferimento per nutrirsi di tendenze e moda, al di fuori delle sartorie, nelle quali la moda del tempo è creata per le élite e per un pubblico dai gusti classici e adulti.

Un po’ di Swinging London a Milano e in breve il leggendario negozio, coloratissimo e sorprendente, diventa una tappa obbligata, una mecca da visitare, in continuo divenire. Oggi diremmo “shopping esperienziale”. 

Un’eredità pop indimenticabile

Non solo abiti, ma dischi, oggetti per la casa, libri e ristorazione, con tanto di corner dedicato anche al vintage, che allora veniva chiamato “usato”. Nel 1983 lo spazio diventa una vera e propria opera d’arte grazie alla collaborazione con uno dei più iconici e rappresentativi esponenti della Pop Art, Keith Haring. Lo store chiude nel 2003.

Un format replicato molto più tardi da tante grandi aziende, ma il vero apripista di questa tendenza in Italia era stato solo e soltanto Elio.

Dalle “pantofole”, letteralmente, dell’attività del padre, arriva alle galosce sgargianti, alle ciabatte con i tacchi, fino a penetrare così profondamente nei gusti dei giovani con la sua moda eccentrica dai costi democratici, da connotare come “fioruccini”, negli anni Settanta, i frequentatori delle discoteche di tendenza che vestivano i suoi capi.

Una vera e riconoscibile moda pop, creata anche grazie a un team di creativi, trench in plastica, tute attillate , tessuti che mimano la carta, lurex coloratissimo e divertente, colori vitaminici, jeans fascianti e sexy e le scatole di latta celeste sulla quale sono impressi due innocenti angioletti con i boccoli, simbolo del brand, ideati dall’architetto Italo Lupi, che si era ispirato non tanto alla pittura rinascimentale, come potrebbe sembrare, ma a una cartolina natalizia vittoriana. Una sorta di ossimoro tra la purezza degli angioletti e la coloratissima trasgressione dei capi. 

L’ispirazione è molteplice e non unidirezionale, star della musica, hippies e le ammiccanti pin up anni Cinquanta, fino ai cartoon. Un universo che ha cambiato i connotati della Moda, uno spartiacque tra la couture e la moda pop.

Lo stilista scompare nel 2015 e dopo qualche mese viene rilevato dalla stilista inglese Janie Schaffer e rilanciato nel 2017.


Alessandra Lepri
Giornalista e comunicatrice, con una laurea in Filologia Romanza nel cassetto, ha scritto per riviste internazionali specializzate destinate al trade e curato rubriche sulle tendenze di Moda. Ha intervistato i grandi protagonisti del settore dagli anni Novanta ad oggi, per magazine, emittenti tv e radio e insegnato nelle più importanti scuole di Moda italiane. Attualmente cura la Comunicazione e Ufficio Stampa per uno storico brand di accessori. È appassionata di abiti con la spietata attitudine di una “serial shopper”.

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