L’importanza del Fashion buyer per un e-commerce
Il fashion buyer – o responsabile acquisti – è una figura che si occupa di pianificare la scelta e l’acquisto di beni destinati alla rivendita da parte di un e-commerce di moda.
Molti, immaginando questa figura, pensano ad una sorta di stylist che felice e spensierato compra per l’e-commerce i capi che più gli piacciono, ritiene di tendenza e giusti per il momento. Purtroppo devo infrangere qualche sogno, perché la figura del fashion buyer, che un tempo e in piccole attività poteva corrispondere a questa descrizione – e forse oggi è ancora così in alcune realtà – si è evoluta e prende decisioni basandosi su numeri, previsioni di vendita, pianificazioni e revisioni molto dettagliate e minuziose.
Il processo di selezione stagionale dell’offerta commerciale che verrà venduta sull’e-commerce prende in considerazione i capi a livello di modello-colore-taglia, partendo dall’analisi del venduto degli anni precedenti, se possediamo uno storico del brand che ci accingiamo a comprare, e quelle che sono le previsioni ed i trend di stagione.
Al professionista, quindi, gli potrà essere richiesto di stabilire le strategie di approvvigionamento, selezionare i fornitori, negoziare se possibile il budget a disposizione, studiare le tendenze di mercato, valutare la qualità dei prodotti, visitare fiere, showroom, eventi ed aziende terze, gestire le relazioni con i fornitori, pianificare e negoziare gli acquisti in termini di tempistiche, prezzi, quantità, modalità di consegna e molto altro.
L’ABC del fashion buying
Il buying è uno dei processi che assieme a distribuzione e logistica, se fatto correttamente, permette di ottimizzare i costi e rendere più efficienti ed efficaci le operazioni successive all’interno dell’e-commerce al fine di aumentare le vendite. Per questo le decisioni di un fashion buyer non possono dipendere da un mero gusto estetico personale, ma devono basarsi su dati concreti, come:
- un OTB (Open To Buy) ben definito, cioè la massima quantità di capitale che il buyer può spendere per nuovi acquisti durante la stagione;
- un’analisi dei bestseller della collezione del brand, fornita dal responsabile vendite che assiste l’operazione di buying;
- il piano di arrivi dei capi e i colori campionati;
- infine, i capi per le ADV per non rischiare di non avere a catalogo il pezzo più ricercato della stagione!
Nonostante la figura del fashion buyer sia evoluta nel tempo, alcuni aspetti ed attività non sono cambiate, neanche con l’avvento di internet e degli store online. Mi riferisco all’importanza di coltivare relazioni coi fornitori, questo dimostra il crescente e solido interesse verso eventi e fiere di settore: appuntamenti indispensabili per creare nuove collaborazioni, negoziare nuove trattative e perchè no, iniziare a siglare qualche ordine. D’altronde, le fiere, come molti altri eventi che popolano il calendario della moda, sono fondamentali per chi fa ricerca in giro per il mondo, perché agli occhi ed alle orecchie più attente qualche insight arriva sempre.
Analizzare, pianificare e comunicare
Il fashion buyer deve quindi distinguersi per notevoli doti comunicative, utili soprattutto in fase di negoziazione (non tutti i buying devono essere negoziati, ma spesso, soprattutto sulle condizioni contrattuali, c’è un discreto margine), doti organizzative, di analisi e pianificazione. È una figura che deve destreggiarsi tra numeri, dati e comparazioni di prezzi, così da poter prendere decisioni motivate e sostenute da basi solide e non da un semplice “mi piace-non mi piace”. Un professionista che deve saper utilizzare il budget assegnato e tutti i dati a sua disposizione per ottimizzare al meglio gli acquisti, perchè se non compra abbastanza, se compra quantità errate, se non fa le considerazioni giuste, il rischio è di non raggiungere gli obiettivi, i risultati di vendita, i fatturati prefissati dall’azienda, con gravi conseguenze su tutte le altre fasi del processo di un e-commerce.
Il professionista che stiamo delineando è molto diverso da quello immaginato da molti ragazzi e ragazze che esprimono il desiderio di ricoprire questo ruolo. Ci vogliono nervi saldi, buona capacità di reagire sotto stress, intraprendenza, sicurezza e la capacità di correre qualche rischio per vestire i panni di una delle figure professionali più richieste in ambito e-commerce.
I buyer di moda online e offline
Alcune differenze si evincono anche tra il buyer di moda offline e quello online, in quanto per la pianificazione, la strategia e le decisioni nell’online c’è un importante fattore legato alla velocità ed alle tempistiche, a ritmi più serrati rispetto all’offline.
C’è un fattore “visual” che non può essere tralasciato, perché non vedendo il capo fisico, il consumatore prenderà la propria decisione di acquisto in base ad una foto o al massimo ad un video, quindi il buyer dovrà pensare al momento dell’ordine anche alla resa fotografica dell’abito sull’e-commerce e al copy del prodotto, perchè se il capo è molto complesso c’è il rischio che il cliente finale non riesca ad apprezzarlo appieno e non sia disposto a pagare una cifra elevata. Se di contro lo store online può avere limiti di magazzino, di pro non ha limiti espositivi, con la vetrina online, cosa che invece ha lo store fisico, aspetto da tenere in considerazione in fase di acquisto.
La figura del Fashion buyer online e il processo di buying saranno approfonditi nella quarta edizione del master Fashion E-commerce Management in partenza il prossimo 7 ottobre. Cosa aspetti? Richiedi informazioni!