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Fashion Journal

Eco Fashion

Pillole di moda sostenibile: Economia Circolare

Il complesso sistema moda si fonda da sempre su una logica manifatturiera che può definirsi lineare, dal momento che poggia sul consumo di materie prime vergini per la creazione dei filati con cui confezionare tessuti e capi d’abbigliamento, destinati da ultimo a finire in inceneritori o discariche (secondo l’ideale percorso concettuale ‘‘take-make-use-dispose’’: risorse-produzione-consumo-scarto).

Più di recente, alcuni tra i brand e gli stilisti emergenti, da sempre più sensibili a queste tematiche, già in fase di progettazione si stanno muovendo verso un modello di economia circolare, ovvero verso il tentativo di arginare il consumo massivo di risorse naturali vergini per convergere verso il cosiddetto sistema rigenerativo.
Quest’ultimo prevede che i capi d’abbigliamento circolino fino a quando sono in grado di mantenere intatto il loro valore, per poi ritornare in sicurezza nella biosfera quando non più utilizzati. Per queste ragioni, i prodotti circolari devono essere progettati tenendo conto di fattori diversi: non tossicità, biodegradabilità, riciclabilità, ma anche un uso efficace delle risorse.

Non si tratta di un cambio di paradigma banale. Per raggiungere questi obiettivi – spesso non in linea con la ricerca del fatturato “a tutti i costi” –, il settore ha bisogno concretamente di innovare i suoi processi, se non altro per conquistare un rapporto di fiducia con consumatori, sempre più esigenti.

Più in generale, è dunque necessario un nuovo approccio più sostenibile verso la moda, un nuovo paradigma che i brand devono affrontare sotto differenti prospettive, scegliendo la strategia più affine alle loro caratteristiche aziendali. Ne parleremo ad ottobre con Fabio Guenza – Co-fondatore di Blumine, alla prima edizione del nuovo corso Green Fashion: la sostenibilità nel settore tessile e moda.

Vuoi saperne di più? Leggi le altre pillole della nostra rubrica.


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