Pillole di sostenibilità: Chimica Tessile
Quando si parla di tessile, spesso ci si dimentica di quanta chimica sia coinvolta nella sua produzione e di quanto questa possa influenzare la sostenibilità ambientale. Eppure i tessuti, sia che vengano tinti in filo o che vengano stampati, fanno uso di sostanze chimiche sia nella fase di preparazione – per far sì che le fibre siano predisposte ad accogliere il colore – sia nella successiva di bagno o di tintura localizzata. Ma non solo, anche le tipologie di mano che si possono ottenere (es. la famosa mano pesca) e tutte le altre nobilitazioni necessitano di chimica.
Passiamo in rassegna le normative comunitarie che regolamentano il settore chimico oggi.
Il regolamento REACH e il regolamento CLP
Introducendo la registrazione obbligatoria all’agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di ogni sostanza prodotta o importata nella comunità europea, Il Regolamento REACH (Reg. UE 1907/2006), ha aumentato la vigilanza su quanto circola sul territorio e ha eliminato molte sostanze dannose. Mentre, il Regolamento CLP (Reg. UE 1272/2008), riguarda la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze chimiche.
In particolare, l’emanazione del Regolamento REACH nel 2006 ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel settore poiché, imponendo procedure e limiti sia qualitativi che quantitativi, ha costretto tutte le aziende chimiche a modificare il criterio d’acquisto delle materie prime.
Inoltre, entrambi i regolamenti hanno richiesto ai produttori e agli utilizzatori di adeguarsi con tempistiche ben definite.
Nonostante questo sforzo, la pressione dei fashion brand sulle imprese tessili è sempre più forte, spingendole a impegnarsi maggiormente per eliminare del tutto determinate sostanze, come ad esempio: Paraffine Clorurate, Clorobenzeni, Idrocarburi policromatici, Ftalati, Clorofenoli e metalli pesanti quali Cadmio, Piombo, Antimonio. Per queste ragioni le imprese chimiche hanno incentivato la ricerca al fine di trovare soluzioni green alternative che siano in grado di garantire al prodotto finito le stesse performance.
La presenza di sostanze chimiche pericolose nei prodotti tessili interessa in prima persona la salute del consumatore, che, grazie a questi regolamenti, potrà indossare i capi con maggiore sicurezza.
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