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Fashion Heritage Tips: la manutenzione dei capi e degli accessori in pelle

Ogni archivio, a prescindere dalla sua natura, rappresenta un dispositivo narrativo che contiene varie serie di documenti omogenei, ovvero della stessa natura o provenienza, legati all’attività di un soggetto produttore.

Dai documenti compositi agli oggetti fragili: come tutelare la memoria della moda

Negli archivi delle imprese moda, ad esempio, sono sempre presenti le serie archivistiche costituite da capi di abbigliamento o accessori, denominate nella loro complessità “archivi di prodotto”. I documenti che li popolano, in particolare, al contrario dei documenti cartacei, si definiscono “compositi” perché presentano un ciclo di vita complesso, frutto di contributi esterni, richiesti su commissione a imprese o a fonti altre, diverse dalla produzione interna. Si tratta quindi di materiali che riassumono diverse fasi di vita e competenze tecniche-artigianali, a cui deve sempre corrispondere un adeguato trattamento archivistico per quanto concerne la descrizione e la conservazione.

Preservare la bellezza dei capi in pelle

Il caso specifico di capi, borse, scarpe e accessori in pelle costituisce una sfida conservativa di rilievo per gli archivisti di settore, soprattutto alla luce delle caratteristiche fisiche della materia prima impiegata. Il trattamento della pelle e l’attività conciaria odierna si svolgono infatti ancora in maniera tutto sommato artigianale, anche se le grandi manifatture impiegano macchinari e prodotti chimici più specifici: la concia, infatti, consiste nell’impregnare le pelli di sostanze chimiche o vegetali che ne impediscono la decomposizione, senza alterarne flessibilità e struttura. Per queste ragioni, i prodotti in pelle appartengono a una categoria di materiali che, al pari dei tessuti, è giusto ritenere fragili: non è difficile alterare la forma e la texture della pelle, per cui per conservare i prodotti nel modo più corretto e cercare di arginare i naturali processi di invecchiamento è necessario attenersi a determinate prassi conservative o a semplici accortezze. 

I capi in pelle dovrebbero infatti sempre essere conservati appesi e coperti, per essere al riparo dalla polvere, meglio se con una copertura fatta di materiale traspirante, per permetterne la ventilazione; bisognerebbe poi evitare la luce diretta del sole, per evitare di indurire eccessivamente la pelle, rischiando tra l’altro di alterarne il colore. Per le stesse ragioni, per ridurre le possibilità che sulle borse si formino pieghe, andrebbero imbottite con della carta velina non acida e riposte all’interno di dust bag che, come dice la parola, tengono al riparo l’oggetto dalla polvere, ma anche dall’umidità e dalle muffe.

Come lo spazio e il clima influenzano la conservazione negli archivi di moda

Un altro nemico, in tal senso, è poi rappresentato dal sovraffollamento: sono ancora tante le realtà aziendali che per mancanza di spazio intasano i loro magazzini di oggetti, capi e accessori, ammassandoli senza lasciare agio tra loro e senza alcun criterio. Non si tratta solo di riordinare ai fini di una maggiore fruibilità dell’archivio prodotto; in questo caso, lo spazio è funzionale alla buona salute dei materiali. Anche qui, poi, valgono le norme già citate in relazione agli archivi della moda tout court: per assicurare alla consultazione e alla futura memoria questi materiali, rimane fondamentale monitorare le condizioni termoigrometriche dei luoghi deputati alla conservazione, preferendo una temperatura intorno ai 20 gradi centigradi e un tasso di umidità medio, pari al 50%.


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