Qualità certificata come leva per il green marketing: il caso Erreà
Un prodotto di qualità oggi non può che essere anche sostenibile. Lo dice Angelo Gandolfi, l’imprenditore che nel 1988 ha fondato Erreà Sport seguendo un’intuizione che l’ha portato a trasformare la sua passione in un’azienda di successo specializzata nella produzione di abbigliamento tecnico-sportivo. Erreà è presente tra i casi di studio del corso di Green Fashion: la sostenibilità nel settore tessile e moda, in cui racconta come l’impegno di un brand per la tutela dell’ambiente e dei consumatori possa diventare un’importante leva di green marketing.
Avete ottenuto la certificazione Oeko-Tex Standard 100. Di che si tratta?
Nel 2007 siamo stati la prima azienda in Europa nel settore del teamwear ad ottenerla. L’Oeko-Tex Standard 100 è un attestato che pone limiti estremamente rigorosi in tema di sostanze nocive per la salute. I nostri tessuti e prodotti garantiscono un elevato livello di sicurezza in qualsiasi condizione d’impiego perché sono esenti da percentuali pericolose di sostanze chimiche dannose come la formaldeide e le ammine aromatiche cancerogene. Sono conformi al Regolamento europeo anche gli accessori che rispettano le restrizioni riguardanti il contenuto di piombo e cadmio. Siamo fieri di avere ottenuto questa certificazione: per noi rappresenta un vero fiore all’occhiello ma un plus per i nostri consumatori.
Come e quando è nata l’esigenza di realizzare un prodotto che coniuga moda e sostenibilità, sicuro per chi lo indossa?
L’esigenza è nata da subito. Da sempre la mission di Erreà è stata quella di produrre capi che avessero come prerogative principali la qualità e la sicurezza. Questi due obiettivi sono stati veri fari che hanno guidato le nostre scelte nella ricerca di un prodotto inteso al passo con le tendenze del momento, e nello stesso tempo sostenibile. È per questo che nel 2007 abbiamo voluto che questa qualità venisse anche certificata. È stato un percorso lungo ma portato avanti con convinzione fin dall’inizio.
Se ne deduce che c’è un grande lavoro di ricerca sui tessuti ecosostenibili come sugli altri materiali.
Sì, tutto si svolge internamente in azienda. A differenza di altre realtà concorrenti, Erreà può vantare l’intera e autonoma gestione della filiera produttiva: dalla scelta delle materie prime, alla progettazione dell’aspetto grafico fino alla realizzazione e consegna del capo finito.
Questo controllo scrupoloso sui filati e sulla loro provenienza è una delle prerogative che ci ha permesso di raggiungere la Certificazione Oeko-Tex Standard 100. Continuiamo ad investire in ricerca e sviluppo per rimanere costantemente aggiornati sulle tecnologie più innovative e all’avanguardia: la nostra ricerca di nuove idee e progetti non si ferma mai.
Tutto questo andava ovviamente comunicato. Come vi siete mossi?
Possiamo dire di essere stati precursori sui tempi. Fin dal 2007 per sostenere la nuova certificazione abbiamo costruito campagne comunicative e stampa di grande impatto visivo e concettuale. A partire dalla prima che vedeva come protagonista un teschio che colpiva immediatamente l’occhio di chi guardava a l’ultima del 2019 chiamata Skin il cui il key visual consiste in una maglia sportiva, che indossata da un atleta, si fonde e diventa un tutt’uno con la sua pelle. A completare il messaggio, il claim Siamo per lo sport pulito, anche sulla pelle: c’è un richiamo ad un valore etico che va ben oltre i singoli prodotti e le certificazioni.
Pensate che le vostre campagne di green marketing siano state subito comprese?
Riteniamo di sì, non solo dagli sportivi. Abbiamo sempre usato un linguaggio immediato, semplice, autorevole che volesse sorprendere e rafforzare il concetto. Possiamo dire che il nostro impegno a garanzia di un prodotto di qualità realizzato con tessuti ecosostenibili non solo performanti ma attenti alla salute. Premiato e riconosciuto da subito.
Che consigli dareste a chi vuole entrare nel mondo del tessile?
È una sfida molto ambiziosa e complessa che richiede grande competenza, non è possibile certo improvvisare. Serve tantissima ricerca e studio del prodotto. Negli sforzi e negli investimenti bisogna mirare alla qualità per eccellere dal punto di vista tecnologico e del design. E non si può prescindere dall’attenzione all’ambiente. Un capo che possiede un lungo ciclo di vita consente di non dover sprecare preziose risorse energetiche per sostituirlo e produrne altri. La vera sostenibilità parte proprio dalla durabilità nel tempo.
E come in tutte le vere imprese si richiede passione, intraprendenza e tanto coraggio ovvero la forza di evolversi, di reinventarsi per scegliere strade nuove ed essere, mai come in questo momento, reattivi ai cambiamenti.