CAD, 3D e “Saper Fare”: i plus della modellista digitale
Modellista come architetto del corpo. Una figura nodale all’interno di ogni azienda di moda perché contribuisce in modo sostanziale a dare realtà a un disegno, concretizzando l’idea dello stilista.
In Italia le basi della modellistica tradizionale furono poste da alcuni sarti tra cui Carlo Secoli, Fernando Burgo e la famiglia Padovani che tra gli anni ’30 e ’60 definirono i principali metodi oggi diffusi per la progettazione dei modelli. Questo permise di affrancare progressivamente le aziende italiane dalla “sudditanza” nei confronti degli atelier francesi.
LE COMPETENZE DELLA MODELLISTA
La formazione di una modellista passa attraverso uno studio approfondito delle proporzioni del corpo e dei rapporti di proporzione tra le sue parti. Una sapienza che ha radici antiche se si pensa che prima gli Egiziani e poi i Greci divisero il corpo umano in canoni fino ad arrivare a Leonardo da Vinci e al suo celebre Uomo Vitruviano. Solo negli ultimi cento anni i calcoli antropometrici hanno integrato anche dei dati statistici fondamentali per dare alla “scienza della modellistica” una base più concreta e meno ideale.
Oggi ancora più di ieri la professione di modellista richiede una gamma di competenze estremamente articolata: interpretare un disegno, capire come cadono i tessuti sul corpo, comprendere a fondo le diverse vestibilità, sapere quanto materiale è necessario per la realizzazione di un capo. L’essenza del suo lavoro rimane la trasformazione dello schizzo dello stilista in un modello con cui realizzare un prototipo che, con successive modifiche, sarà la base del capo per la produzione.
LE ESIGENZE DELLA SARTORIA DIGITALE
La tecnologia è un’alleata preziosa in ognuno di questi ambiti perché permette di amplificare le competenze delle modelliste, rendendole colonne della nuova sartoria digitale. Le tecniche sartoriali come il “moulage”, che consiste nel plasmare il tessuto o il cartamodello direttamente sul manichino, hanno una lunga tradizione alle spalle e l’approccio artigianale proprio degli atelier. Il fashion system ricerca figure professionali sempre più specializzate nell’utilizzo di software CAD ed applicativi per la modellazione 3D che, dopo il diploma presso gli istituti tecnico-professionali di moda, siano in grado di affrontare tempi e complessità richiesti dalle aziende grandi e piccole per rimanere competitive sul mercato.
UN APPROCCIO GLOBALE ALLA MODELLAZIONE 2D e 3D
Consapevole di questa situazione, la Fondazione Fashion Research Italy ha organizzato un corso unico nel suo genere Modellista Digitale: CAD 2D e 3D. L’obiettivo è quello di progettare a video tutto il ciclo della modellazione partendo dalla creazione del prototipo con la tecnica classica fino alla modellazione del capo in 3D e al suo “sdifettamento”, una parola appartenente al gergo degli addetti ai lavori che indica l’eliminazione dei difetti da un capo. In questo caso il capo è indossato da una modella “virtuale” e viene perfezionato prima della realizzazione di un prototipo reale. Le proprietà fisiche del corpo umano e del tessuto e la riproduzione visiva delle loro interazioni avvicinano la modellazione 3D per l’abbigliamento al fantastico mondo del computer gaming! Il corso è condotto da una modellista professionista che conosce profondamente le logiche aziendali ed è in grado di supportare gli allievi in ogni fase con l’approccio del “Learning by Doing”.
Attraverso questo approccio globale alla modellazione digitale si riducono fino al 50% le tempistiche di ogni fase di lavoro e le modelliste del futuro possono inserirsi in azienda con maggiore sicurezza e preparazione.
Il computer si sostituisce a squadra, matita, forbici e spilli ma non alla precisione e alla cura dei particolari. Il “saper fare” che caratterizza il DNA del Made in Italy rimane un patrimonio prezioso anche per le nuove generazioni che si affacciano alla moda 4.0.