A tu per tu con: Marco de Lucia
New York, Londra, Milano, Firenze, Parigi, ma sempre più spesso il suo fuso orario è quello di Los Angeles. Marco de Lucia, ospite della terza edizione del Master in Design and Technology for Fashion Communication presso la Fondazione Fashion Research Italy, racconta agli studenti la propria esperienza come PR e stylist delle Celebrity.
Oggi sei un professionista di fama internazionale e annoveri tra le tue collaborazioni star del calibro di Liv Tyler, David Beckham e Clean Bandit. Come hai iniziato?
Dopo la laurea in giurisprudenza all’Università di Bologna, ho fatto esperienza in uno studio legale dove mi sono specializzato in contrattualistica per il settore dello spettacolo. Era l’inizio di tutto…Più tardi sono entrato a far parte del team di Joydis – agenzia bolognese operante nel campo del lifestyle marketing e brand experience – e, seguendo progetti musicali che coinvolgevano brand di abbigliamento, ho fatto i primi passi nel mondo della moda.
Due anni dopo questo cambio di rotta, con il Global MBA in Design, Fashion and Luxury Goods della Bologna Business School sono approdato in Luisa Via Roma dove Jasmine Thompson mi ha chiesto di diventare il suo stylist. È stata la prima, all’inizio ero scettico, ma poi ho accettato…ed eccoci qui. L’ultima star che ho seguito è Ricky Martin.
Qual è il tuo ruolo come fashion stylist nella progettazione di un servizio fotografico?
Lo styling è progettato di pari passo ai contenuti editoriali. In relazione al servizio, scelgo una celebrity e di conseguenza gli abiti. Scelgo poi il make-up artist, l’hair-stylist e realizzo il mooboard per il magazine sul quale sarà pubblicato il servizio. Il tutto deve essere poi approvato dall’artista.
Nel caso di un cantante, mi relaziono direttamente con gli artisti o con le case discografiche e, dopo aver ricevuto la canzone e lo script delle scene, mi confronto con il regista per capire come adattare gli abiti. Solo dopo procedo con la preselezione degli outfit e, a meno che non ci siano a monte contratti commerciali, scelgo i brand, di norma preferendo i total look.
Esiste una giornata tipo nel tuo mestiere?
La giornata tipo? Nel mio lavoro non esiste una giornata tipo (ride). Di base sto a Firenze, ma sono sempre in viaggio. Ho il telefono acceso anche di notte, perché spesso lavoro con il fuso orario di Los Angeles. L’ultima volta che sono andato in vacanza ho dovuto lasciare l’auto in Portogallo perché sono stato chiamato per curare lo styling di Sofia Carson e della influencer virtuale Noonoouri in Sardegna.
Quanto è importante la passione nel tuo lavoro?
In ambito professionale ho ottenuto quanto desideravo, anche grazie alla passione che ho messo nei progetti nei quali sono stato coinvolto. Mi entusiasma così tanto quello che faccio che ho sviluppato una relazione morbosa, quasi tossica, con il lavoro. Mi accorgo che mi sta assorbendo energia ma lo faccio perché più ne voglio, più me ne chiedono e più ne dò.
E la soddisfazione più grande?
Il risultato più soddisfacente ce l’hai quando le persone con le quali lavori si fidano di te e si mettono nelle tue mani. È il compenso più grande che si possa ricevere nel mio campo. E supera di gran lunga quello economico. Alcuni rapporti sono addirittura sfociati in amicizie durature, come quelli con Caroline Vreeland o con Grace Chatto con la quale divido un appartamento a Londra.
Un consiglio a chi aspira a lavorare nel campo dello styling e delle Celebrity PR…
Essere tanto preparati ma anche farsi un bagno di umiltà, necessaria in questo mondo per non perdere il contatto con la realtà.
Credist fotografici: Margherita Cecchini