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La moda dell’eterno ritorno

L’eterno ritorno di Nietzsche, lo stato per cui l’universo nasce e muore ciclicamente ripetendo un determinato corso, è indubbiamente applicabile anche al mondo della moda dove periodicamente assistiamo al revival di alcuni stili indossati a distanza di dieci, cinquanta, cento anni.

Un esempio su tutti, è il periodo tra il 1870 e il 1890 in cui il francese, Charles Frederick Worth ripercorse tramite le fogge dei suoi abiti le epoche storiche del passato, riportando in auge la tournure, ovvero la linea a sellino, ampiamente in uso nel secolo precedente. Non è un caso che lo stesso periodo sia stato scelto, nel suo sfondo newyorkese, come tema per il Met Gala 2022, tra i molti eventi che celebrano la conclamata tendenza vintage.

Una circolarità di idee che ritroviamo anche sulle ultime passerelle con i completi tre pezzi gonna-top-giacca degli anni d’oro di Karl Lagerfeld tra i trend della Primavera/Estate 2022 e le spalline, retaggio iconico degli anni Ottanta, che ha fatto il suo grande ritorno per l’Autunno/Inverno 2022-2023.

Dall’Archivio al Red Carpet

Un dejavu stilistico sancito dal protagonismo degli abiti d’archivio nei più importanti eventi mondani del panorama internazionale. Tra i più recenti, il Festival di Cannes che ha visto Bella Hadid sfoggiare un Versace del 1987 ed il mezzosoprano Helga Dernesch con una proposta Gucci disegnata da Tom Ford nel 1996.
Ma non solo, anche il matrimonio più in dell’anno – quello di Kourtney Kardashian e Travis Baker – ha reso omaggio all’heritage dei più grandi couturier. Nell’estetica nostalgica della vecchia Italia, i membri della famiglia e i loro ospiti, hanno infatti indossato abiti Dolce&Gabbana appartenenti alle collezioni dal 1991 al 2001.

Ma il simbolo dell’eterno ritorno per eccellenza, si è rivelato il Met Gala, quest’anno a tema “Gilded Glamour”, che ha riportato alla luce i look più strabilianti di fine Ottocento. Dallo spettacolare e trasformativo abito Versace indossato dalla madrina dell’evento Blake Lively, alle mise più tradizionali e rispettose del tema di alcune celebrità come Billie Eilish e Kaia Gerber in Gucci e McQueen. Un palcoscenico dello sfarzo e dell’oro che rispecchiano in pieno l’estetica old money americana dell’epoca. Non poteva mancare una sfavillante ed elegantissima Kim Kardashian con l’iconico abito realizzato da Jean Louis e disegnato da Bob Mackie, indossato da Marilyn Monroe in occasione della sua celebre performance in Happy Birthday Mr. President per il 45esimo compleanno di JFK. Non ha rinnegato la tendenza d’antan anche l’attesissima Chiara Ferragni che ha optato per un abito Versace della collezione Couture 1997, l’ultima disegnata dal fondatore della maison, en pendant con il marito Fedez.

Scelte indicative dell’importanza della storia e della cultura della moda, che molte maison hanno deciso di valorizzare con la rivisitazione dei capi iconici dei propri archivi, sempre più importanti nella strategia d’impresa, per creare collezioni coerenti che mettano in risalto il proprio heritage.

Insospettabili star dell’ultima Award Season, anche stilisti dal gusto meno convenzionale come Rick Owens con i suoi look post apocalypse o Iris van Herpen con la sua fantasy couture stampata in 3D. Scultorei van Herpen, come quello indossato dalla modella Winnie Harlow e i design avant-garde di Owens hanno creato un effetto disruption sul tappeto rosso nascosti ma in bella vista su personaggi quali Timothée Chalamet, Zendaya, Billie Eilish e Hunter Schafer. Womenswear espressivi di una identità femminile slegata dall’eleganza e delicatezza a cui siamo abituati, indice di un cambio di prospettiva che concentra l’attenzione sull’estetica e non più sull’individualità delle silhouette.

La moda può ancora essere innovativa?

Come direbbe Walter Benjamin “La moda è l’eterno ritorno del nuovo”, ovvero ripropone il passato volgendo al contempo lo sguardo al futuro. Come luogo di passaggio tra ciò che è stato e ciò che sarà, il Fashion System coglie ogni input che il mondo e la società offrono per aggiornarsi e seguire lo spirito del tempo, rinnovando i look e gli stili più classici, anche attraverso l’aiuto delle nuove tecnologie e l’uso di tessuti e materiali innovativi. Prada ad esempio, negli ultimi anni ha riportato in auge alcune delle sue borse a spalla anni 2000, questa volta però in re-nylon, un filato rigenerato – comunemente conosciuto come econyl – realizzato dal riciclo e dalla purificazione di materie plastiche raccolte negli oceani, di reti da pesca e fibre tessili.

Quindi, la risposta è sì: la moda porta ancora con sé lo spirito innovativo che l’ha sempre contraddistinta, spostando però il focus dalle linee ai materiali, contribuendo al progresso tecnologico, alla transizione verso un fashion system più sostenibile, ma continuando a valorizzare la tradizione.


Camilla Renzi
Parte della redazione di Fashion Journal

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