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Fashion Heritage Tips: la conservazione dei materiali moda

Il Codice dei Beni culturali definisce la conservazione come “una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro”. Per poter conservare è dunque necessario avere anzitutto contezza del proprio patrimonio, al fine di poterne monitorare l’evoluzione nel tempo, evitarne il degrado e consegnarlo nel miglior modo possibile a chi vorrà consultarlo in futuro. Occorre poi svolgere con la massima cura queste tre buone pratiche:

Manutenzione

Lo stesso Codice definisce la manutenzione “il complesso delle attività e degli interventi destinati al controllo delle condizioni del bene culturale e al mantenimento dell’integrità, dell’efficienza funzionale e dell’identità del bene e delle sue parti”.

Alla luce di una naturale predisposizione fisica dei beni culturali al degrado, la manutenzione passa anche per una corretta esposizione e movimentazione dei materiali. Se condotte con diligenza, queste due fasi permettono di evitare o comunque rallentare la necessità di intervenire con un restauro.

Restauro

Il restauro, invece, è cosa diversa e ben più articolata. Prevede un “intervento diretto sul bene, attraverso un complesso di operazioni finalizzate all’integrità materiale e al recupero del bene medesimo, alla protezione e alla trasmissione dei suoi valori culturali”. Per allontanare nel tempo e scongiurare un intervento di questo tipo, è dunque necessario compiere una quotidiana attività di manutenzione dei tessili.

Questa buona pratica è da considerarsi valida in generale per tutte le tipologie, ma in particolare per la pelle, gli strass, le piume, le pellicce e tutti gli elementi più fragili che richiedono attenzioni mirate, differenti rispetto alle normali prassi in uso negli archivi di documento. Inoltre, molto spesso i tessuti hanno un aspetto consistente che nasconde invece grandi fragilità, perciò come precauzione generale è bene considerare i tessili come documenti di per sé fragili.

Prevenzione e conservazione

La conservazione è dunque da intendere come un complesso di azioni che riguardano la custodia stessa degli oggetti a partire dagli ambienti preposti. Il degrado è infatti un processo di natura cumulativa, in cui intervengono sia il numero che l’intensità dei singoli eventi forzanti. Questi ultimi si possono individuare in agenti fisici, chimici, biologici e antropici o dovuti a calamità naturali che, in modo progressivo con l’invecchiamento dell’oggetto, comportano l’alterazione delle sue proprietà chimico-fisiche.
Talvolta questo avviene in maniera impercettibile all’occhio umano. In questi casi l’intervento di restauro è utile a capirne la causa e a modificarne gli effetti, ma senza riuscire a bloccare i processi innescati o a ripristinare lo stato originale dei materiali.

Per tutte queste ragioni è sempre necessario intervenire per tempo sulle condizioni, tutelando lo status quo dei tessili ed esercitando sui materiali un’azione di conservazione, attraverso una strategia consapevole di prevenzione dei danni a cui viene esposto il patrimonio storico degli archivi di settore.


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