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Andrea Prosperi di Teddy ci racconta la realtà aziendale del gruppo da milioni di clienti

Azienda tra le leadership nel mondo del retail e dell’abbigliamento, sessant’anni di storia, tre iconici brand (Terranova, Rinascimento, Calliope) e milioni di clienti. Basta per descrivere Teddy? Probabilmente no. Perché ciò che l’azienda tiene a mostrare è proprio che la sua realtà non può ridursi a un insieme di numeri finiti, ma deve estendersi nel tempo imperituro del sogno. 

Dopotutto, è lo stesso fondatore,  Vittorio Tadei, a pensare – come si legge nella presentazione – a un futuro che può arrivare fino ai “prossimi 500 anni”. Dal 1988 a oggi il Sogno del giovane e curioso ragazzo di Rimini non si è fermato: la sua passione per il settore e la relazione umana con il cliente sono rimasti i capisaldi di questa splendida realtà.  Ma è anche e soprattutto il team di leader, collaboratori e dipendenti a rendere solida l’efficacia di un gruppo che si muove in un mercato grande e complesso.  Ne abbiamo parlato con il Training Director e HR Manager Andrea Prosperi, in una chiacchierata che potrebbe ben rappresentare anche un’utile guida al successo. 

 Come si intreccia la sua storia con quella dell’azienda? Quando ha cominciato a sentirsi parte integrante del “Sogno Teddy” di cui Vittorio Tadei e l’attuale AD, Alessandro Bracci, parlano con tanto entusiasmo? 

Il mio primo contatto con l’azienda è avvenuto nel 2009 quando con una società di consulenza di Milano ho iniziato a seguire progetti che coinvolgevano Teddy. Devo dire che anche da esterno era evidente in tutte le persone che lavoravano in Teddy quanto il “Sogno” di Vittorio Tadei avesse impattato nella loro vita, tanto a livello professionale che personale. In particolare mi colpì un aspetto che ancora oggi considero un tratto di assoluta genialità imprenditoriale di Vittorio Tadei: a tutti quanti era consentito di “agganciare” il proprio sogno personale al “Sogno”. In altre parole era molto evidente come le persone potessero perseguire i propri obiettivi di realizzazione personale contribuendo al contempo agli obiettivi aziendali.

Il suo è un ruolo chiave: deve reclutare, selezionare e soprattutto formare le menti e le mani che continueranno a costruire la realtà dell’azienda. Quali tipo di responsabilità sente sulle spalle? 

Sento la responsabilità di sostenere la continua crescita aziendale incontrando persone capaci di immedesimarsi in un progetto imprenditoriale con una forte connotazione ideale. In particolare sento la responsabilità di continuare a innovare la proposta di lavoro per renderla attraente alle nuove generazioni di lavoratori senza tradirne i tratti costitutivamente caratterizzanti.

 Nell’ottobre 2024, Teddy è risultata tra le vincitrici per la terza volta del Best Managed Companies Award, il premio per le eccellenze  imprenditoriali del Made in Italy. Tra i fattori di successo “l’Impegno e Cultura aziendale”. Ce ne parla in merito al suo ruolo? 

 Ci sono diversi aspetti in cui la cultura aziendale impatta sul mio lavoro, provo a farne alcuni esempi: quando valutiamo persone per un ingresso in azienda occorre considerare attentamente la loro compatibilità con il set di valori aziendali che diventano proprio uno stile di lavoro. Occorre quindi chiedersi, al di là della necessaria competenza tecnica, come il candidato reagirà a questo stile di lavoro, sarà capace di adattarsi e farlo proprio?

Anche rispetto alla formazione, soprattutto per quanto riguarda la formazione iniziale, quella riservata a chi inizia a lavorare con noi, occorre percorrere sempre un doppio binario andando a consolidare le competenze tecniche necessarie e al contempo introducendo identità e valori aziendali.

Andando nel pratico, quali sono le opportunità che offrite ai talenti e professionisti del domani? 

Credo che l’opportunità principale sia quella di favorire la realizzazione personale attraverso il lavoro. Può sembrare uno slogan ma in realtà si tratta di aspetto estremamente concreto che si traduce in:

  • opportunità di carriera interna, anche intesa in senso trasversale ovvero cambiando più volte strada all’interno dell’azienda
  • la possibilità di vivere un contesto internazionale e un ambiente informale al tempo stesso
  • far parte di un gruppo che cresce e persegue obiettivi gratificanti anche in ambito di sostenibilità sociale, attraverso progetti di cittadinanza di impresa che hanno come tratto caratteristico la possibilità per i nostri colleghi di essere in prima fila nel dare il proprio contributo alle comunità.

 C’è una carta vincente per lavorare con voi? Cioè caratteristiche e requisiti ritenuti imprescindibili? 

Credo che la caratteristica che fa maggiormente la differenza sia quella di intendere il lavoro come la propria impresa. Chi investe il proprio talento e interpreta il lavoro come un’opportunità di esprimere se stesso senza riserve, di solito da noi compie un bel percorso.

La nostra azienda vuole essere un’opportunità per chi vuole costruire qualcosa di grande, stimolando l’intraprendenza e il coraggio.

 E sulla formazione? Come viene trasmessa la vostra cultura aziendale? 

 Attraverso la formazione e la comunicazione interna si può raccontare e diffondere la cultura aziendale, pensiamo ai tanti eventi interni che vengono organizzati per condividere il percorso aziendale, la scuola di formazione manageriale, la scuola di formazione per le figure di responsabilità in negozio, gli strumenti di comunicazione interna come la nostra radio aziendale o il magazine Belong presente sul nostro sito.
Tuttavia, lo strumento più decisivo rimane un’intensa vita lavorativa in cui la cultura aziendale emerge in aspetti concreti e viene vissuta giorno per giorno.

Anche la nostra Fondazione è particolarmente attenta alla formazione. Recentemente, ad esempio, in co-progettazione con Fondazione Olivetti (già FITSTIC), la F.FRI ha avviato un corso di “Tecnico Superiore Fashion Hi-Tech and Sustainable Manager”, in prospettiva digital e green.

Conosce i percorsi di ITS? Ci sono talenti che da strade simili approdano poi nel vostro team? 

Conosco i corsi ITS, in qualche caso abbiamo anche partecipato alla realizzazione di alcuni di essi e certamente alcuni dei nostri collaboratori sono passati da ITS. 

Quale consigli darebbe a chi, come i nostri studenti, vuole cominciare una carriera nel fashion system e, in particolare, aspira a lavorare in un gruppo aziendale come quello di Teddy? 

Prima di tutto coltivare un mindset imprenditoriale, orientato al problem solving e alla flessibilità. Inoltre acquisire competenze tecniche e digitali come per esempio CLO 3D nel caso del prodotto oppure ampliare le proprie conoscenze rispetto a social media, e-commerce e data analytics nel caso in cui si voglia investire se stessi nel marketing e nella comunicazione.

Essenziale è anche costruire una forte professionalità, per esempio nel time management, espandere continuamente il proprio network, essere aggiornati sulle tendenze e sviluppi del settore.
Infine mostrare passione e dedizione, non aspettandosi che le opportunità ti vengano offerte: creale tu stesso con idee, progetti e impegno.


Gabriella Ronza
Gabriella Ronza è una giornalista pubblicista, autrice fantasy e docente di materie letterarie nelle scuole superiori. Nata il 23 Giugno 1995 a Marcianise, in provincia di Caserta, si laurea con lode in Filologia Moderna. Negli anni della laurea comincia i suoi primi passi nel mondo del giornalismo, facendosi notare anche come addetta stampa di importanti personalità del settore culturale. Da sempre interessata al mondo della cultura, della moda, del costume e della società, è dal 2018 particolarmente attiva in campo editoriale e divulgativo. A partire dal luglio 2019 è stata anche curatrice senior per la rubrica di arte, moda e cultura del blog “La fragilità degli onesti”. Negli ultimi anni ha partecipato a manifestazioni e progetti culturali di vario tipo sul web, nelle scuole, in radio e in televisione.

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