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Il risveglio della vita: iconografia e simbologie della Pasqua

L’estetica primaverile della Pasqua

Così come per le simbologie legate al Natale, più diffuse perché collegate a strategie di marketing più “assillanti”, anche le tradizioni legate al periodo pasquale comunicano anche per immagini questa sorta di sincretismo culturale mescolato con tradizioni ancestrali e riti contemporanei di cui abbiamo ormai perso completamente il significato originario.

I motivi “pasquali”, legati alla stagione primaverile (per il consueto concetto di etnocentrismo culturale della società occidentale) sono delicati, color pastello, rievocano paesaggi fioriti. Prediligono grafiche infantili, sfondi verdi come i prati germogliati di recente, servendosi di figure leggiadre e innocenti come agnellini, coniglietti, pulcini, colombe, campane, rami d’olivo e naturalmente uova. Un melting pot di suggestioni che colorano i golosi manufatti di alta pasticceria, i prodotti industriali e tessuti di cotone americano destinati  ai lavori di cucito creativo  per creare tessili e accessori patchwork.

Dalle uova colorate a quelle di cioccolato

La sacralità e importanza del’uovo, il simbolo più diffuso, affondano le radici agli albori delle civiltà. In primavera già gli antichi Persiani avevano l’usanza di regalare un uovo, simbolo di vita che si rinnova e di rinascita, collegando la simbologia a un germoglio che rompe la scorza ed esplode di vitalità, così come per la cultura Cristiana l’uovo rappresenta la Resurrezione.

Fino al Medioevo scambiarsi uova come regalo era considerato beneaugurante, colorato con foglie e tinture vegetali, mentre i ceti più agiati si facevano realizzare uova in materiali preziosi. Questa tradizione aristocratica culmina con la creazione delle celebri uova matrioska di Fabergé alla corte dello Zar Alessandro III nel 1885. Da allora sono oggetto di culto che hanno ispirato anche il mondo della gioielleria.

I maestri cioccolatieri torinesi poi, esattamente tre secoli fa, nel 1725, hanno inventato le uova di cioccolato, ma solo nel 1925 iniziarono a inserire sorprese. Da tradizione familiare a follia virale il passo è stato breve, e negli ultimi anni gli influencer stanno invadendo i social con unboxing pasquali, a caccia di accessori, edizioni limitate e altri gadget nascosti nel goloso contenitore.

Accanto all’uovo altri simboli che derivano dalla religione o da miti più recenti invadono le pubblicità e le vetrine dei centri commerciali.

L’agnello e la colomba: sacrificio e pace

Gli agnelli provengono dalla cultura ebraica e rappresentano il sacrificio, legato a un passo del Vecchio testamento, in cui Mosé invitava il popolo ebreo a tingere con il sangue degli agnelli sacrificati gli stipiti delle porte, per sfuggire all’ultima piaga contro gli Egiziani.

La colomba, anch’essa di derivazione ebraica, rappresentata graficamente o trasformata in un prodotto lievitato molto diffuso, simboleggia la pace e lo Spirito Santo, così cole il ramoscello d’olivo.

Sono simboli prettamente Cristiani invece le campane, che suonano a festa per la Resurrezione e la croce “latina” con cui Cristo venne condannato a morte secondo le leggi dell’Impero Romano (la croce tuttavia trascende il collegamento con la simbologia pasquale e si diffonde soprattutto nella gioielleria e negli accessori di sapore gotico e rock).

Di derivazione nordeuropea e anglosassone l’iconografia del coniglio pasquale (anticamente era una lepre, presente anche nella cultura cristiana), simbolo di prolificità e dunque di generazione di vita.

E da questa mescolanza fantasiosa il periodo che precede la Pasqua si trasforma in festività commerciale e consumistica, rigorosamente stagionale. Cogliamone il lato divertente e conviviale…


Alessandra Lepri
Giornalista e comunicatrice, con una laurea in Filologia Romanza nel cassetto, ha scritto per riviste internazionali specializzate destinate al trade e curato rubriche sulle tendenze di Moda. Ha intervistato i grandi protagonisti del settore dagli anni Novanta ad oggi, per magazine, emittenti tv e radio e insegnato nelle più importanti scuole di Moda italiane. Attualmente cura la Comunicazione e Ufficio Stampa per uno storico brand di accessori. È appassionata di abiti con la spietata attitudine di una “serial shopper”.

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