Giallo: il colore dell’oro
Ludico e giocoso, il limone sta fra la palla da tennis e quella da rugby. Semplice e composto da tanti spicchi, dolce e acido, vitaminico Agostino Poletto, Direttore Generale Pitti Immagine.
L’edizione appena conclusa di Pitti Immagine Uomo ha reso omaggio al giallo, nella sua espressione più vitaminica, il limone.
Una sferzata di energia vitale, scelta per coordinare il tema generale degli allestimenti, facendo riferimento, adattandole alla moda, alle qualità dell’agrume: gustoso, dissetante (per gli assetati di novità), vitaminico (per chi è alla ricerca di energia), astringente (per trovare la giusta misura), e anche anti-radicali liberi.
La scelta del colore in realtà non è solo una veste leggera che infonde buonumore, ma percorre, dai disegni dei bambini ai grandi artisti la potenza della creatività nell’arte e nella moda. Da Ghirlandaio a Manet, da Picasso a Lichtenstein.
Vitalità, mistero e tendenza: tutte le accezioni del giallo
Il colore giallo è associato al sole e all’oro, simboli di divinità, potere e opulenza. In tutte le culture destinato all’aristocrazia e dal clero per le festività solenni. Se nell’Arte Bizantina il giallo oro è utilizzato per caratterizzare le aureole dei santi delle icone, tuttavia nelle rappresentazioni medievali il giallo viene usato per esprimere gelosia, malattia e tradimento (una delle teste del Lucifero dantesco è gialla).
In generale questo colore primario ha la precisa funzione, secondo i principi della cromoterapia, di infondere energia, positività e gioia, usato contro l’apatia e la depressione e stimola l’appetito. Favorisce la concentrazione, ma attira anche molto l’attenzione, basti pensare al colore dei taxi ancora usato in molte città, le insegne degli uffici postali e altri mezzi di trasporto. Il colore quindi del movimento, della comunicazione e, per traslato, dei trasporti.
Molteplici accezioni che esprimono una forte vitalità, in termini di forza, che possono tuttavia sconfinare verso il pericolo: il colore del semaforo che ci avverte che dobbiamo rallentare, la bandiera gialla a bordo delle navi, il cartellino giallo come ammonizione usato dagli arbitri. Gialle sono le copertine dei libri polizieschi, che dal 1929, anno in cui la casa editrice Mondadori inizia a pubblicare la celebre collana di thriller. Per questo in Italia questo colore evoca trame ad alto tasso di suspence e si estende a tutto il genere cinematografico e alla terminologia giornalistica quando tratta di casi irrisolti. Diventa antonomasia di mistero. Una associazione di significati e allusioni del tutto italiana, in quanto lo stesso genere, a livello internazionale, usa un altra tinta: il “noir”.
Il giallo invade anche Bologna
L’iconica maglia simbolo del Tour De France, la “maillot jaune” è gialla, assegnata al leader della classifica della storica gara ciclistica. Gialla dal 1919 (qualche anno dopo la nascita del Tour, nel 1903) perché legata allo sponsor principale, la rivista L’Auto, le cui pagine erano gialle. Anche il Giro d’Italia qualche anno dopo, esattamente nel 1931, adotterà, il colore delle pagine di un giornale sportivo. In questo caso il rosa, come le pagine della Gazzetta dello Sport.
La competizione quest’anno, eccezionalmente passerà anche dall’Italia. A fine giugno, attraverserà il nostro paese da Firenze a Nizza (passando anche per la nostra città), a cento anni esatti dalla prima vittoria di un campione italiano Ottavio Bottecchia, che si era aggiudicato il prestigioso trofeo. La Grand Boucle renderà festose le strade delle città attraversate dagli straordinari sportivi. Manifestazioni, mostre, omaggi agli eroici campioni che hanno fatto sognare intere generazioni in sella alla bici costelleranno questa “yellow week” che sta generando fermento e partecipazione.