Fashion Journal

Stampa Tessile

Emmanuel Schvili: sapienza artigiana e consapevolezza del brand heritage

Paperino, Minnie, Topolino, ma anche Titti e Silvestro o ancora Betty Boop sono alcuni dei nomi dei celebri cartoon americani che per decenni hanno accompagnato le collezioni del brand Emmanuel Schvili, rendendole divertenti, riconoscibili, ma soprattutto iconiche. Un pezzo di storia del Made in Italy gelosamente custodito dai coniugi Schvili che è ora a disposizione di aziende, giovani creativi e studiosi, grazie alla generosa donazione di un nucleo di bozzetti, ricami, disegni e prodotti finiti, confluiti nel già ricco archivio di disegni tessili della Fondazione Fashion Research Italy.

Tutto nacque nel 1969 quando l’imprenditore tessile Emmanuel Schvili fondò, insieme alla futura moglie Giorgia Fioretti, l’azienda destinata a diventare sinonimo di camiceria e leisurewear dal piglio ironico e colorato. Si, perché la vera intuizione di Schvili fu quella di sparigliare le carte del gioco della moda, decidendo che fosse arrivato il momento di annullare o perlomeno rivedere le regole vestimentarie tradizionali. Nel 1971, infatti, venne lanciata sul mercato la camicia da donna dal taglio maschile – definita anche “omino” – destinata a diventare un best seller del brand bolognese; ma è negli anni ’90 che si consolidano gli esperimenti meglio riusciti, con il lancio del progetto Cartoon, vestirsi per divertirsi.

 

I proprietari del brand Emmanuel Schvili in Fashion Research Italy

Giorgia Fioretti e Emmanuel Schvili in Fashion Research Italy

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“Il legame con i cartoon americani si è creato in modo casuale e spontaneo. A Milano, in occasione di una fiera campionaria, avevamo uno stand dove esponevamo i nostri capi ricamati. Passò un rappresentante della Warner Bross che rimase affascinato dalle nostre lavorazioni e ci chiese se eravamo interessati alle loro licenze” racconta Emmanuel Schvili, confermando come l’esperienza artigiana e la qualità esecutiva siano sempre stati elementi cruciali per la fortuna del marchio.
Da quel momento, i volti più noti dei cartoon a stelle e strisce hanno letteralmente invaso il mercato italiano, trasformando quei capi ricamati in oggetti del desiderio. Con il valore aggiunto di essere pensati trasversalmente per tutte le età, declinando lo stesso tema con colori e tecniche esecutive diverse, ma comunque divertenti e raffinate.

 

I proprietari del brand Emmanuel Schvili consultano l'archivio di Fashion Research Italy

Un ricamo con paperino del Fondo Emmanuel Schivili di Fashion Research ItalyLe espressioni di Donald Duck nell'archivio tessile di Fashion Research Italy

 

 

 

 

 

 

 

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Tecnica e sperimentazione diventano dunque parole chiave per comprendere il colorato Fondo Emmanuel Schvili, costituito da FRI per conservare e valorizzare questa importante testimonianza del panorama manifatturiero emiliano-romagnolo.

Convinta della necessità di investire sulla formazione e sul recupero delle professionalità artigiane del comparto moda, la Fondazione mette questo tesoro anche a disposizione dei giovani per educarli al gusto e alle tecniche del ricamo, fornendo loro al contempo la chiave per ispirarsi e creare innovazione. “In questo senso – continua Emmanuel Schvili – siamo disponibili a raccontare la nostra esperienza incontrando i giovani e trasmettendo la nostra passione per il ricamo, di cui l’Italia ha una tradizione d’eccellenza”.

Applicazioni, perline, cascate di paillettes e materiali innovativi sono le tracce di una ricerca materica appassionata, ancora capace di generare conoscenza e alimentare una formazione che parta dallo studio dei tradizionali punti di ricamo per arrivare alle tecniche esecutive più all’avanguardia.

Il Fondo Schvili deve essere solo un punto di partenza per l’elaborazione di nuove idee. Vorremmo che i designer vi si approcciassero con uno spirito creativo libero, con la convinzione di poter provare a realizzare ciò che desiderano.

chiosa il fondatore del brand.
Obiettivo evidentemente auspicato anche da FRI, nella speranza che il suo archivio possa essere vivo e concretamente al servizio delle imprese disposte a raccogliere questa sfida.

 

Alcuni studenti in visita all'archivio di Fashion Research Italy
Per maggiori informazioni, scrivere a: [email protected]


Claudia D'Angelo
Responsabile dell’archivio di textile design e del progetto Punto Sostenibilità della Fondazione Fashion Research Italy di Bologna, è anche curatrice del percorso Archivi della Moda e del corso Green Fashion. Necessità e strumenti per una moda sostenibile, svolgendo anche attività di consulenza e di divulgazione per la costituzione e valorizzazione degli archivi di settore. È stata inoltre responsabile dell’archivio digitale di Aeffe Fashion Group, di cui ha curato la prima costituzione. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna ed è stata Visiting PhD presso l’Harvard University (USA), conducendo attività di ricerca sui temi della moda e dell’arte contemporanea.

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