Animalier. Un tema di moda tra imitazione, invenzione e ossessione
Gli Egizi ne apprezzavano le valenze spirituali, i Greci lo chiamavano zoote, per noi oggi è “animalier” e indica tutte le stampe che imitano il manto degli animali: dal tigrato al leopardato, dalla zebra al pitone. Forse perché proprio gli antichi Greci avevano dato agli abiti con pelli di animali una forte connessione con i culti di Dioniso e quindi con il binomio di ebbrezza e lussuria, questo imprinting “peccaminoso” è rimasto a lungo legato al mondo dell’animalier. Ne sono la prova i dipinti del ‘400 in cui Maria Maddalena era spesso ritratta con pelli maculate, a evocare il suo passato lascivo.
DALLA TRASGRESSIONE DI JOSEPHINE BAKER ALL’ELEGANZA DI DIOR
Facendo un balzo in avanti di secoli, Josephine Baker negli anni ‘30 era la selvaggia regina delle Folies-Bergère e sottolineava il suo fascino con look da donna-leopardo e donna-pavone. Negli anni ’40, invece, la pin up Betty Page indossava volentieri completini maculati per evidenziare la sua vocazione da sex-bomb.
Nel 1947 l’animalier entra nell’Olimpo della Haute Couture grazie a Christian Dior che fece sfilare abiti dal nome evocativo come Jungle e Africaine realizzati in chiffon stampato a macchie di leopardo. È un importante sdoganamento: l’animalier diventa un tema di moda, una tendenza pronta a tornare e ritornare nel corso degli anni senza necessariamente implicare ammiccamenti verso l’erotismo e la trasgressione.
Oggi l’animalier arriva addirittura ad essere considerato un classico, come le righe o i pois, per quanto conservi una carica energetica che lo rende ogni volta grintoso, sensuale, forte.
LA MODA CHE IMMAGINA IL MONDO SELVAGGIO
L’immaginario animale in chiave fashion è stato un banco di prova irresistibile per fotografi e fashion magazine. Basti ricordare Naomi Campbell ritratta nel 1991 su Vogue Italia in un total look panthere firmato Azzedine Alaïa oppure Veruschka, spesso immortalata in versione selvaggia. Lo scatto che le fece il fotografo Franco Rubartelli mentre esibiva il suo corpo trasformato in zebra è stato scelto come immagine iconica della mostra Jungle. L’immaginario animale nella moda, organizzata nel 2017 alla Reggia di Venaria di Torino a cura di Costanza Carboni, Ludovica Gallo Orsi e Simona Segre Reinach. Imitazione, invenzione e metamorfosi erano i temi-cardine della mostra che, attraverso un centinaio di abiti e accessori, dipanava il racconto di un’ossessione di moda, quello per l’animalier, dagli anni ’40-50 fin ai giorni nostri.
Ogni decennio lascia la propria testimonianza, ma sicuramente gli anni ’80 sono stati estremamente sensibili al fascino sauvage: Roberto Cavalli e Krizia fecero dell’animal print il punto di forza del loro stile, seguiti anche da Valentino che venne soprannominato “Re della giungla della moda” e Gianni Versace che propose anche nella propria collezione maschile camicie di seta stampata versione pantera.
AUTUNNO/INVERNO 2018-19: UNA NUOVA STAGIONE NEL SEGNO DELL’ANIMALIER
Dopo corsi e ricorsi anche la stagione Autunno Inverno 2018-19 sembra non voler rinunciare alla propria razione di animalier grazie alle proposte di Max Mara che ha creato un vocabolario del maculato su cappotti, gonne aderenti, maglie e pantaloni, o a Tom Ford che ha fatto sfilare a New York una collezione ispirata agli anni ’80 con stampe animalier in versione luxury-pop.
Anche la stampa tigrata in giallo e nero di Bottega Veneta, il cappottino zebrato di Balenciaga o gli stivali-giraffa di Michael Kors sembrano prediligere una declinazione grafica che si distacca dall’imitazione per diventare invenzione.
L’ANIMALIER NELLE STAMPE DEL FONDO BRANDONE
Il tema animalier è stato interpretato innumerevoli volte, per i più importanti marchi di moda, da un grande converter come Silkin, di proprietà di Renzo Brandone. Il Fondo Renzo Brandone, con le sue migliaia di disegni tessili, costituisce il patrimonio principale dell’archivio della Fondazione Fashion Research Italy. Memoria della storia del settore tessile in grado di fornire spunti creativi e proposte grafiche per la moda di oggi e di domani, a disposizione di creativi, imprese di moda e studenti.
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