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Moda green a portata di PMI: aperte le iscrizioni al nuovo corso FRI

All’indomani della terribile battuta d’arresto che la pandemia da Covid-19 ha fatto registrare al sistema Italia, per le aziende del nostro Paese è ancora più importante puntare su innovazione e competenze per reagire in tempi rapidi.
Nel dibattito che ha accompagnato questi mesi di lockdown e oltre, spicca una parola chiave fra tutte: sostenibilità. È certamente green la lente attraverso cui anche i brand dovranno guardare al futuro per restare competitivi assecondando la richiesta, sempre più pressante, dei consumatori.

Fondazione Fashion Research Italy, che dal 2017 accompagna il tessuto imprenditoriale con costanti occasioni di aggiornamento, ha deciso di scommettere sul futuro verde della manifattura italiana, concependo un corso interamente dedicato alla sostenibilità della filiera tessile e moda.
Già previsto per aprile scorso, Green Fashion è stato prudentemente riprogrammato interamente in streaming dal 6 al 9 ottobre 2020.

4 giorni dedicati alla sostenibilità per la moda

Tre moduli tematici ed un workshop per un totale di 4 giorni full-time strutturati per offrire ai partecipanti una panoramica esaustiva delle necessità operative cui far fronte quando si parla di moda sostenibile. Le lezioni frontali affronteranno i temi caldi legati al nuovo paradigma, dalle esigenze produttive e di approvvigionamento di risorse sostenibili e certificate, allo smaltimento dei rifiuti fino ai do e dont’ del green marketing. La parte laboratoriale permetterà invece ai partecipanti di cimentarsi in chiave pratica, nell’individuazione di un piano di business sostenibile che rifletta le strategie produttive e di comunicazione più adeguate al posizionamento aziendale.

Il corso è infatti principalmente pensato per un pubblico di professionisti già coinvolti o in procinto di intraprendere l’iter burocratico per l’ottenimento delle certificazioni e degli standard internazionali. Ma si rivolge anche agli operatori della comunicazione e del marketing in cerca delle più efficaci soluzioni per trasmettere l’impegno della propria azienda tessile o di moda.

Le scelte green per ridurre la footprint dei brand

Non basta, infatti, vantare il possesso di uno solo dei requisiti più diffusi per dichiarare la propria attività “sostenibile”. Per essere competitivi, i brand devono dimostrare trasparenza lungo l’intera filiera di prodotto, dalla scelta della materia prima, fino alla distribuzione. Tutti temi che arricchiranno le prime due giornate orientate ad indagare lo stato dell’arte e le certificazioni per la produzione tessile più diffuse in Italia e all’estero.

Come evitare il green washing

La sostenibilità resta un tema ineludibile per chiunque debba approcciarsi al settore moda. Lo conferma l’interesse dei grandi gruppi internazionali, delle ultime fashion week mondiali e del proliferare di premi internazionali dedicati.
Come tutti i temi sulla cresta dell’onda, c’è però il rischio che venga trattato in maniera sbrigativa, con fruttuose strategie di marketing prive di concrete spinte al cambiamento. Le conseguenze di questo atteggiamento di superficialità, noto come Green Washing, ispireranno i contenuti del terzo modulo. Saranno proposti esempi concreti di come un’azienda possa e debba comunicare al meglio nel rispetto del consumatore, da ultimo il vero stakeholder in grado di determinarne le scelte.

Le best practice di moda green a cui ispirarsi

La forza del corso Green Fashion risiede soprattutto nel taglio pratico che può vantare. Alle ore di didattica frontale si affiancano incontri con importanti realtà, che condivideranno il loro modo di intendere la sostenibilità in rapporto al settore di competenza. La storica tessitura Manteco, di recente insignita del premio Radical green award, racconterà il suo piano di conversione green in termini di consumi rapportandoli ai volumi produttivi. Giorgia Palmirani, consulente di sostenibilità presso il MIPEL, proporrà casi di studio tratti dal suo lavoro di affiancamento alle aziende di accessori. Infine, Erreà Sport illustrerà le sue scelte di comunicazione, esplicitamente orientate alla trasparenza produttiva come valore.

Alla ricerca di modelli di business sostenibile

Perché questa esperienza si concretizzi come un utile strumento per le imprese in procinto di intraprendere la svolta verso una moda etica, si aggiunge infine una quarta giornata, più operativa. Un’occasione per le aziende partecipanti di confrontarsi con gli esperti sui modelli di business sostenibile applicabili e le strategie di green marketing più consone per valorizzare di ciascuna realtà.

Green Fashion: la prima edizione ad ottobre

Un corso unico per capacità di approfondimento e agilità di frequenza, che permetterà di riportare in azienda un bagaglio insostituibile di informazioni per fare le giuste scelte in ambito green.

Vi aspettiamo ad ottobre nelle aule virtuali di Fondazione FRI perchè non si tratta del futuro, la sostenibilità è già il presente!


Claudia D'Angelo
Responsabile dell’archivio di textile design e del progetto Punto Sostenibilità della Fondazione Fashion Research Italy di Bologna, è anche curatrice del percorso Archivi della Moda e del corso Green Fashion. Necessità e strumenti per una moda sostenibile, svolgendo anche attività di consulenza e di divulgazione per la costituzione e valorizzazione degli archivi di settore. È stata inoltre responsabile dell’archivio digitale di Aeffe Fashion Group, di cui ha curato la prima costituzione. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna ed è stata Visiting PhD presso l’Harvard University (USA), conducendo attività di ricerca sui temi della moda e dell’arte contemporanea.

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