Fashion Journal

Interviste

Jato 1991, Gruppo MinervaHub: il ricamo a mano di eccellenza, dall’Italia all’India

Più di trent’anni di storia e di una passione di famiglia che da Bologna ha fatto il giro del mondo, fino ad attecchire in una terra, “culla delle civiltà”, come l’India.

È, infatti, proprio l’attenzione riservata alle lavorazioni sartoriali e all’antica arte del ricamo che ha spinto Giorgia Rapezzi a fondare “Jato 1991” insieme al figlio Jacopo Tonelli. Un’azienda di eccellenza, tra le più prestigiose realtà del panorama internazionale per creatività e competenze nel ricamo a mano e manipolazioni del tessuto, fattori di successo pressoché unici, che dal 2022 è entrata a far parte del Gruppo MinervaHub, un’innovativa realtà industriale italiana del settore moda specializzata in finiture, materiali e processi all’avanguardia per accessori fashion-haute de gamme, da giugno 2023 controllata da San Quirico S.p.A., uno dei principali gruppi italiani di partecipazioni industriali.  

Le grandi competenze nel ricamo a mano e nelle manipolazioni del tessuto, la forte creatività e l’incredibile capacità e versatilità nel realizzare attività che interessano tutta la filiera produttiva della moda, dal design a particolari tecniche di esecuzione dei capi, hanno permesso a Jato 1991 di offrire al mercato più soluzioni produttive per il Prêt-à-Porter così come per l’altissima specializzazione richiesta dall’ Haute Couture, per la quale Jato è riconosciuta dai più prestigiosi brand internazionali. 

Ne abbiamo parlato proprio con Jacopo Tonelli, la cui vision energica e brillante ci fa comprendere in fretta che il segreto di tanto successo risiede nella forza di continuare a credere sempre con grande passione in quello che si è, e di conseguenza, si fa e si dà.

Quella di Jato 1991 è una realtà tra le più prestigiose nel panorama del ricamo a mano (e non solo). Le va di ripercorrerne la storia?

L’idea del ricamo in India parte da mia madre, Giorgia Rapezzi, importante stilista degli anni ’70 e ’80. Nel 1991 fondiamo la società, ponendoci come i primi a industrializzare il mondo artigianale del ricamo in India. Nel tempo, infatti, raggiungiamo il mix perfetto tra una testa italiana (al livello di idee e parte creativa) e una manodopera indiana. L’azienda negli anni ha vissuto un’evoluzione notevole. Oltre al ricamo a mano, ha integrato nell’offerta alla clientela componenti importanti della filiera produttiva, come le realizzazioni di prodotti semilavorati, speciali lavorazioni per i capi di Haute Couture e su più ampia scala per il Prêt-à-Porter.

Dal 2022 entra a far parte del Gruppo MinervaHub, di cosa si tratta e cosa è cambiato?

MinervaHub è innanzitutto un progetto industriale, prima che finanziario. Questa caratteristica è importante per comprendere la mia decisione di entrarvi. Alla dinamica aggregativa, che fino a oggi ha portato a 25 le aziende che formano il nostro Gruppo, si unisce una continua attività di integrazione, che rappresenta qualcosa di veramente nuovo nel mercato della filiera del lusso.  Per ognuno di noi non è cambiata l’operatività, piuttosto il “sistema” comprende molte fondamentali competenze ed esperienze, che messe al servizio, rappresentano un potenziale straordinario; ciò riguarda tutti noi, ma anche il nostro Presidente Matteo Marzotto e il nostro Group CEO Alessandro Corsi, con esperienze di settore di lungo corso. Il controllo della società da parte del gruppo San Quirico, con una storia industriale multigenerazionale e una equivalente visione del futuro, ci dà ulteriore stabilità e motivazione per sviluppare nuove idee, prodotti e servizi per i nostri clienti.

Ritengo che oggi le piccole e medie aziende italiane possano prosperare grazie all’aggregazione, auspicando sia percorsa nel modo più corretto.

Cuore diviso a metà tra Italia e India, con una sede storica a Bologna e una alle porte di Nuova Delhi. Ce ne parla?

Oggi più che mai i brand del lusso pongono particolare attenzione al controllo della filiera. Siamo stati in un certo senso precursori di una best practice fortemente etica nel controllo della nostra filiera produttiva. Ormai da molti anni abbiamo costruito in India un’azienda controllata al 100%; questo ci permette un controllo costante dei processi con una conseguente qualità del tutto equivalente tra India e Italia. Facciamo costantemente audit con l’azienda indiana. Viene continuamente controllata la qualità del lavoro, l’organizzazione aziendale e anche il prodotto stesso. 

A Bologna si sviluppa la parte creativa e alcune straordinarie lavorazioni,  la cui produzione viene poi eseguita in modo esemplare in India, dove abbiamo sempre puntato alla formazione e all’eccellenza della qualità del posto di lavoro.

Avete un team di designers proveniente dalle più importanti scuole di moda. Come avviene lo scouting?

Siamo sempre stati sensibili alla formazione e al contributo dei giovani talentuosi, provenienti da scuole internazionali. Ultimamente, ad esempio, abbiamo collaborato con lo IED per un progetto che il gruppo MinervaHub ha presentato durante l’ultima edizione di MilanoUnica, nel luglio scorso.  La nostra azienda ha contribuito a formare decine di talenti creativi nel corso degli anni e tengo a sottolineare come alcuni di loro siano oggi tra i più importanti direttori creativi del settore moda dell’ultimo decennio.

Ma non è l’unico punto di forza, giusto? Cosa ha reso Jato 1991 così autorevole in questi anni? E i progetti per il futuro?

Uno dei nostri punti di forza è senz’altro il nostro l’archivio storico. Collezioniamo, salvaguardandoli, con pazienza e passione migliaia di capi appartenuti anche a personaggi icona nel mondo della moda. L’archivio rappresenta una continua fonte di ispirazione alla quale in un rapporto di partnership, facciamo accedere i responsabili creativi dei nostri più importanti clienti. Si tratta di uno strumento di lavoro che ritengo quasi indispensabile, che stiamo valorizzando anche all’interno di MinervaHub con l’idea di realizzare un archivio di gruppo. È già in corso un accurato processo di digitalizzazione e stiamo ragionando sulle più moderne tecnologie.

ll passato si lega al futuro e, come dico sempre: “Ama il passato e bacia il futuro” perché  la nostra memoria è nell’archivio, ma il domani è attivamente nelle mani dei nostri giovani designers che con noi lavorano e sperimentano.

Ricordo sempre, a questo proposito, le parole del grande Alber Ebaz: “Oggi i ragazzi con Google trovano gli altri, ma è con la sperimentazione che ritrovano se stessi”. 

MinervaHub investe molto in ricerca e creatività. Ritengo che una delle soluzioni per il difficile momento che attraversa oggi il nostro settore, consista nel  garantire ai nostri clienti prodotti, soluzioni e servizi unici per qualità e puntualità.

Fulcro della vostra vision aziendale è anche il rispetto di valori etici di primaria importanza. Al giorno d’oggi, secondo lei, che responsabilità in materia sociale e di sostenibilità un’impresa non dovrebbe mai dimenticare?

Il tema della sostenibilità, in tutte le sue forme, è una assoluta priorità per il Gruppo MinervaHub. Grazie a un team altamente professionale e alla consapevolezza e sensibilità di ognuno di noi, stiamo investendo per eccellere in ognuna delle aree dell’ ESG. Anche, ma non soltanto, attraverso certificazioni specifiche, ma sempre individuando e applicando le migliori pratiche anche imparando da altri settori. Per quello che riguarda Jato 1991, il nostro è un lavoro altamente artigianale per il quale si impiegano tanta manualità e pochissimi macchinari.


Gabriella Ronza
Gabriella Ronza è una giornalista pubblicista, autrice fantasy e docente di materie letterarie nelle scuole superiori. Nata il 23 Giugno 1995 a Marcianise, in provincia di Caserta, si laurea con lode in Filologia Moderna. Negli anni della laurea comincia i suoi primi passi nel mondo del giornalismo, facendosi notare anche come addetta stampa di importanti personalità del settore culturale. Da sempre interessata al mondo della cultura, della moda, del costume e della società, è dal 2018 particolarmente attiva in campo editoriale e divulgativo. A partire dal luglio 2019 è stata anche curatrice senior per la rubrica di arte, moda e cultura del blog “La fragilità degli onesti”. Negli ultimi anni ha partecipato a manifestazioni e progetti culturali di vario tipo sul web, nelle scuole, in radio e in televisione.

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