Da 60 anni un mondo raccontato attraverso la voce di Vogue: la mostra e le suggestioni
All’ingresso di Palazzo Citterio si respira un’atmosfera febbrile. Una fila di persone attende, cercando di intrattenersi come può. C’è chi sta al cellulare e chi sfoglia un dépliant, altri sorridono e finiscono per fare amicizia: “Che bello il tuo foulard Hermès!”, “Oggi che sfilata c’è?”, “A me l’ultimo numero è davvero piaciuto…”.
Sono curiosi, appassionati, professionisti del settore; per Vogue, la rivista che ha fatto la storia della moda, quell’attesa vale la pena.
È così che dal 19 al 21 settembre, in occasione della Milano Fashion Week 2024, in via Brera, a due passi da Monte Napoleone è stata allestita la mostra “Sixty years of Vogue Italia – Sessant’anni di futuro”, evento gratuito (previa prenotazione).
Il futuro raccontato da Vogue
All’interno, in uno spazio dal tocco underground ma anche minimal e raffinato, si ergono sessanta colonnine tinte di rosso installate a equa distanza. In ciascuna, protette da teche di vetro, iconiche copertine di Vogue Italia accompagnate da didascalie firmate da scrittori che sono stati invitati a offrire la propria interpretazione.
L’intera esposizione è stata curata da Vogue Italia con concept e design di Ferdinando Verderi, direttore creativo della rivista dal 2019 al 2021. Un percorso che ha invitato i visitatori a interagire direttamente con il design, trasformando il layout.
È così che troviamo la copertina del 2015 poco distante da quella del 1975 e il 1999 così vicino all’80.
Oltre lo specchio: come Vogue ha anticipato il domani
Sessant’anni di un mondo, guardato attraverso la lente di Vogue, in cui grandi firme della fotografia, dell’arte e del mondo creativo hanno immaginato sulla carta il futuro, senza mai dimenticare il passato e scrivendo il presente. Sì, perché non si tratta di quanto Vogue abbia saputo restituire l’immagine dell’attuale, ma di quanto quest’ultimo sia stato in qualche modo continuamente influenzato e plasmato dall’immaginifico di Vogue.
È l’antico dilemma sull’idea che la moda possa o meno “anticipare” il mondo che sarà e non semplicemente descrivere quello che già è.
Dalla White Cover dell’aprile 2020 in risposta alla tragedia del Covid-19 a quella da “Belle vere” del 2011 in cui l’ideale del corpo si riconnette con la realtà; dalla primissima del 1965 che grida “& Novità” con la modella Benedetta Barzini alla più recente del luglio 2024 in cui campeggia un inedito Bad Bunny come “Il primo uomo” (letteralmente, perché prima d’ora un uomo da solo in copertina non ci era mai stato).
Insomma, tutto è passato attraverso e da Vogue.
Le parole di chi fa e di chi è Vogue
Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content di Vogue Italia, non ha dubbi: “Oggi come allora, anno dopo anno, copertina dopo copertina, Vogue mantiene intatta la stessa voglia di raccontare e fotografare l’evoluzione del gusto, […] celebrando i valori in cui crediamo tra cui la creatività, il rispetto, l’inclusione, la sostenibilità”.
Sono della stessa idea anche gli spettatori della mostra.
Un’hostess nota l’affluenza e il grande entusiasmo, i visitatori la bellezza.
“Non sapevamo cosa aspettarci,” rivela una coppia di Bergamo, “ma è interessante osservare l’evoluzione della moda proposta dal giornale”. “Molto bella, con alcune copertine davvero di impatto,” rivela una studentessa del settore. “Ero curiosa di scoprire la cover del mio anno di nascita,” risponde una consulente di immagine originaria di Crema.
Protagonista di questo compleanno, infatti, è proprio il pubblico. Perché Vogue non è soltanto di chi lo fa, ma anche di chi è, cioè di tutti noi che traiamo continuamente ispirazione da esso.
Le iniziative
È così che in partnership con tanti altri enti, l’anniversario è stato festeggiato con diverse iniziative, osservabili anche all’interno del percorso dell’esposizione.
KIKO Milano, ad esempio, ha proposto una selezione di scatti, “Frames of beauty”, volti a raccontare la bellezza come sinonimo di libertà e nei dettagli che la rendono magnifica.
Pandora, invece, collabora con Vogue in “Desiderio Manifesto”, celebrando la creatività come strumento di cambiamento. Dalle talentuosi mani dell’artista Clorophilla sono nati cinque manifesti, personalizzati poi in live. L’artista si è detta emozionata di vedere prendere vita il lavoro portato avanti a lungo con Pandora. Le illustrazioni propongono temi come il coraggio, la curiosità, la fiducia e l’autostima, valori condivisi da Vogue e alla base dei simboli da incidere e indossare che Clorophilla ha creato per il brand.
Tra le tantissime interessanti, e vicine a uno dei nostri scopi come fondazione, vi è anche la collaborazione con Istituto Marangoni – Archivio Futuro, che si è unito al magazine per una serie di iniziative – diluite sui prossimi mesi – che sostengono i giovani talenti pronti a (ri)definire il panorama del fashion system.