Le creature fantastiche di Caterina Crepax
Sono eterogenei per volumi, forme e colori, ma realizzati da un’unica mano, quella della paper artist Caterina Crepax. Parliamo degli abiti-scultura della mostra “La Gentilezza della Carta”, fino all’8 maggio in anteprima italiana a Bologna.
In ognuno ci parla di sé: delle atmosfere delle terre lontane che porta nel cuore, dei weekend al lago nella casa di famiglia, del lavoro tipografico del padre – il celebre fumettista Guido Crepax – e dello stile dei suoi couturier prediletti.
Il fil rouge che accorda questi pezzi di cuore, sono le bellezze del mondo naturale che da sempre animano le sue creazioni, come mosse da una tensione mistica.
I miti mi hanno sempre affascinato e mi tornano in mente quando creo. Ogni flutto di mare, ogni astro, ogni albero o fiore, ospitava una divinità nascosta. Lo stesso ho voluto fare con i miei abiti, cucendo loro addosso un personaggio, con una sua storia e personalità.
18 universi che danno forma al suo onirico immaginario attraverso 60 stampe del nostro archivio di textile design scelte personalmente da Caterina Crepax tra le oltre 30.000 che lo compongono. L’hanno rapita al primo sguardo, confessa, suggerendole il dettaglio che avrebbe reso unici i modelli. Il trionfo di piume di “Azul”, il ramo di foglie d’edera che oggi segnano la silhouette dell’omonimo abito da sera, o ancora i pesci satellite che gravitano intorno alla gonna di “Juno” e le monete d’oro che ornano il collo di “Selene”.
Tutti dettagli realizzati in carta certificata FSC Recycled, sovrapposta e modellata per dar vita a consistenze, volumi ed equilibri che svelano la sua formazione d’architetto.
Andiamo dunque a conoscere quattro di queste fantastiche creature.
Selene
E’ una favola, nel vero senso etimologico del termine. Attraverso la geometria e le ombre del suo corpetto, Selene ci trasporta in un mondo di principesse e cavalieri, lasciandoci immaginare il loro incontro ai cancelli intarsiati di un palazzo islamico, sotto cieli bui e stellati a cui affidano i loro desideri.
Siamo nelle “Mille e una notte”, questo il nome del principale disegno utilizzato per questo abito, realizzato nel 1992 dallo Studio di disegni Nuova Idea con tempera e acquerelli su cartoncino. La gonna, più corta sul davanti e arricchita sul retro da un ampio mantello a fasce, ne restituisce i colori e i tessuti preziosi.
Ad esaltare ulteriormente la femminilità di Selene, i fiori tropicali dello Studio DR disegni di Carlo Pezzoni in colore all’acqua su crepe georgette del 2002.
Azul
Azul è un omaggio ad Alexander McQueen e alle sue sfilate teatrali, in grado di trasportare il pubblico in un mondo a sé stante. Lo ritroviamo nella scelta del motivo decorativo floreale dorato che arricchisce la sottogonna dal fondo più scuro ma anche nell’eccentricità delle ali di pappagallo spiegate che danno corpo al bustino e alle imbottiture, facendoci fare un tuffo in una cerimonia settecentesca.
I fiori portano la firma dello Studio DR disegni di Carlo Pezzoni che li ha realizzati nel ‘94 con colore all’acqua e riserva a cera su mussola di cotone. Le piume appartengono invece ad una stampa d’archivio su velluto di seta-nylon ottenuta grazie alla tecnica Flock e fotocopia.
Juno
Juno ci attrae con i suoi colori caldi e vivaci, gli stessi che l’artista ammira nelle notti d’estate guardando Giove dalla sua casa di Milano. Torna il gusto dei costumi d’epoca ma con una sorpresa: la crinolina ha la forma di una gabbia di uccelli ed è indossata a vista, sopra la gonna, sorreggendo dei simpatici pesci tropicali che le ruotano intorno come dei satelliti.
A suggellare questo spiritoso idilio, uno sfarzoso corpetto di piume, intagliate e spettinate a mano dare più volume e naturalezza. In origine, erano protagoniste di un disegno antico, stampate su raso di seta.
«Quasi un costume mozartiano da Papagena nel Flauto Magico» commenta Caterina Crepax.
Hedera
Il nome suggerisce la protagonista di questo modello, un’edera rigogliosa come quelle che ricoprono le facciate delle vecchie ville sui laghi. Hedera è quindi un blocco di pietra, umido e muschioso come le sfumature dei pattern utilizzati trasmettono.
Un ramo ne divide in due la figura: la parte inferiore dai motivi geometrici, ricorda le vetrate delle cattedrali gotiche ed è illuminata di stelle dai toni del blu. La fantasia superiore è un pizzo intagliato a spirale dello Studio di disegni Avantgard del 1991 che trasmette l’armonia delle linee che si arrotolano su se stesse all’infinito.
Foglie e orchidee astratte appartengono invece ad un disegno tessile con colore e pigmento su crepe de chine di seta del 1997. Così come il motivo moresco del 2000 su organza di seta.
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