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Il metaverso è già realtà. Mister Smart Innovation e la strada verso il web3

Per chi è “quasi boomer”, come lo è chi sta scrivendo questo pezzo, sarà bene porre qualche premessa. Partiamo dunque dalla differenza tra metaverso e web3, che spesso vengono considerati dei sinonimi mentre in realtà sono due cose diverse: il primo rappresenta in modo piuttosto generico uno spazio digitale nel quale possono esistere dei mondi virtuali, il secondo invece è l’evoluzione di internet in chiave decentralizzata e open source. Spiegata in maniera più facile, il primo rappresenta la realtà virtuale che richiede, come strumento di connessione, dei dispositivi aggiuntivi come i visori, mentre il secondo è l’evoluzione interattiva dell’attuale web2, avrà una copertura molto più ampia e sarà, in tempo piuttosto rapidi, uno strumento di conoscenza e interazione universalmente diffuso.

Che c’entra tutto questo con la moda? Domanda ingenua: la moda è per sua stessa natura orientata al futuro, capta i trend per poi elaborarli sotto forma di capo di abbigliamento e di accessorio; di conseguenza il metaverso, che in altri settori viene considerato fantascienza, nella moda è già realtà e oggetto di investimenti da parte dei top brand, che lo considerano un canale di rafforzamento della brand awareness e, fondamentale per la GenZ, della gamification.

Fatta questa premessa, andiamo ora a conoscere una realtà eccellente dell’Emilia-Romagna che a questi argomenti sta dedicando la propria attività. Più in generale, il focus di Mister Smart Innovation è, come si intuisce dalla sua stessa ragione sociale, l’innovazione. Si tratta, come ci racconta la Multimedia developer Valentina Mondini, di una realtà con 13 soci sia istituzionali (CNR e due università, Parma e Ferrara) sia privati e che fa parte di quattro Clust-ER (Mech, Health, Innovate e Create), associazioni che riuniscono laboratori di ricerca e centri per l’innovazione della Rete Alta Tecnologia, integrandoli al sistema imprenditoriale del territorio regionale.

Mister Smart Innovation è accreditata alla Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna sia come Laboratorio di Ricerca industriale sia come Centro per l’innovazione. Valentina Mondini è una specialista di grafica e visualizzazione 3D e in Mister si occupa di modellazione 3D per lo sviluppo di esperienze di realtà virtuale e metaversi.

Come nasce Mister Smart Innovation e con quali obiettivi?

Nasce nel 2009 come laboratorio dedicato alla creazione di una piattaforma manifatturiera per la meccanica e i materiali. È gestita da una società consortile a responsabilità limitata senza scopo di lucro, con stakeholder pubblici e privati, tra cui compaiono aziende di diverse dimensioni, sia grandi sia Pmi, appartenenti a vari settori manifatturieri strategici per l’economia, ma anche enti di formazione e dedicati allo sviluppo dell’innovazione. Come laboratorio di ricerca industriale e di trasferimento tecnologico, Mister appartiene alla Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna e il nostro obiettivo principale consiste nel creare un punto di collegamento tra ricerca e industria per promuovere lo sviluppo sociale ed economico dell’Emilia-Romagna. Siamo impegnati soprattutto in attività di ricerca e di progettazione di nuovi prodotti per il sistema imprenditoriale regionale, nazionale e internazionale. Le nostre aree di competenza vanno dal deep tech alla sensoristica, dagli smart materials all’intelligenza artificiale. Il mio ambito specifico è lo sviluppo di tecnologie digitali immersive per l’industria culturale creativa, e questo è stato il punto di contatto con Fondazione Fashion Research Italy.

A livello di risultati, quali sono gli stati più significativi finora ottenuti?

Il nostro approccio è intersettoriale e altamente adattabile, il che ci permette di soddisfare le esigenze di imprese di qualsiasi dimensione, dalle startup alle grandi aziende. Negli ultimi tre anni, tra progettualità di tipo istituzionale e a mercato, Mister ha realizzato più di cento tra progetti e commesse industriali, collaborando con imprese di diversi settori e di ogni dimensione. Collaboriamo inoltre con istituti di formazione come Fashion Research Italy o Creative Hub Bologna.

Quali sono le attività realizzate o in via di sviluppo per il settore moda?

Al nostro attivo compaiono diverse collaborazioni, come lo sviluppo di tecnologie indossabili con utilizzo di sorgenti luminose e sensori applicati ai tessuti, che è stato l’oggetto del progetto WeLight (https://www.laboratoriomister.it/progetti/illumina-la-strada-di-ciclisti-e-runners/), utile per garantire maggiore sicurezza a chi pratica sport all’aria aperta e su strada come runner e ciclisti. O Smart Shadow (https://www.laboratoriomister.it/progetti/smart-building-con-tende-e-tecnologie-digitali/), un progetto realizzato in collaborazione con l’azienda di arredo Medit che, attraverso una tecnologia di fibre ottiche applicate al tessuto, ha determinato la nascita di un sistema di oscuramento domotico. Ora ci stiamo dedicando allo sviluppo delle tecnologie digitali immersive e in quest’ambito nasce il progetto TECHstyle Hub in collaborazione con Fashion Research Italy e Creative Hub, con la realizzazione del metaverso nella piattaforma prescelta che è la piattaforma Spatial.io, già utilizzata da molte realtà della moda come ad esempio Vogue e Hugo Boss. Nel caso di Fashion Research Italy, sarà sostanzialmente un hub virtuale e condiviso che replica fedelmente gli spazi della fondazione Fashion Research Italy per organizzare eventi e sfilate virtuali, in contemporanea con il mondo fisico. In questo spazio virtuale verrà valorizzata la ricca collezione di stampe tessili di Fashion Research Italy, e poi sarà un luogo perfetto dove potersi incontrare con altre realtà del mondo fashion, fare networking e unire le realtà della moda con quelle del digital.

Come è nata questa collaborazione con Fashion Research Italy?

Entrambi facciamo parte, come soci fondatori, del Clust-ER Create. E all’interno delle iniziative proposte dal Clust-ER, è stato possibile dialogare e far nascere una proficua collaborazione.

 

Che evoluzioni potranno esserci dall’interazione tra fisico e virtuale?

Il metaverso è stato già ampiamente colonizzato dal mondo fashion, partendo dall’utilizzo di Decentraland come piattaforma di riferimento, ma ultimamente Spatial.io sta guadagnando terreno perché ha il vantaggio, rispetto ad altri metaversi, di non richiedere un wallet di criptovalute: per entrarvi basta disporre di un account, e questo le permette di essere un punto di riferimento per le aziende che sono alla ricerca di un’alternativa a un normale sito internet in chiave di evoluzione web3. Il passaggio dall’attuale web2 al web3 sarà molto rapido perché le stesse aziende avvertono l’esigenza di disporre di uno strumento interattivo, con una buona presenza di gamification, che aprirà la strada dell’interazione ludica tra utente e cyberspazio. In questo modo l’affiliazione da parte del brand sarà più efficace, e proprio l’affiliazione è all’origine dell’interesse della moda nei confronti del metaverso. Dal nostro osservatorio, la fruibilità della piattaforma Spatial.io determinerà il suo successo, perciò stiamo cercando di precedere l’enorme quantità di brand che si riverseranno su Spatial.io, grazie anche alla collaborazione con Fashion Research Italy e Creative Hub Bologna.


Andrea Guolo
Giornalista professionista specializzato in economia, scrittore e autore teatrale, ha pubblicato libri per le edizioni Franco Angeli, San Paolo Marsilio, Morellini, tra cui La borsa racconta (2007, Franco Angeli), Uomini e carne. Un viaggio dove nasce il cibo (2009, Franco Angeli), Costruttori di bellezza (2014, Marsilio) e #IoSiamo. Storie di volontari che hanno cambiato l'Italia (2021, San Paolo). Fondatore e direttore di ItalianWineTour.Info, attualmente scrive per gli editori Class (Mf Fashion), Condé Nast (Vogue Italia), Gambero Rosso, Gruppo Food e per altre testate italiane ed estere.

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