Maglioni (brutti) natalizi: must have anche per questo Natale 2024
Sgargianti, kitsch e volutamente sgraziati, sono un capo immancabile da indossare nelle feste di Natale in ufficio o in famiglia.
Chi avrebbe mai pensato di associare il cattivo gusto al Natale? Eppure, i maglioni natalizi, con i loro motivi appariscenti e le decorazioni eccessive, hanno conquistato la pole position nel nostro guardaroba festivo. Dalle renne dal naso rosso ai pupazzi di neve, spesso considerati un regalo indesiderato, sono diventati un vero e proprio simbolo delle feste.
Ma come ci siamo ritrovati ad amare questi maglioni così brutti e belli allo stesso tempo?
Le origini dei maglioni di lana
Le prime testimonianze dell’utilizzo di maglioni risalgono alla fine del XIX secolo, quando i pescatori scandinavi li indossavano come indumento protettivo. Realizzati in spessa lana e caratterizzati da motivi geometrici a colori vivaci, questi capi servivano anche a identificare l’appartenenza a specifiche comunità. Diffusisi dalle coste nordiche, i maglioni conquistarono ben presto la borghesia urbana, apprezzata per la loro capacità di isolare dal freddo durante attività all’aria aperta.
Da capo da lavoro a simbolo di lusso, il maglione da pescatore fece un bel salto in alto. I ricchi che andavano in vacanza sulla neve lo indossavano per farsi belli nelle foto, e le star del cinema come Clark Gable e Ingrid Bergman lo fecero diventare super famoso.
Come è cambiato il maglione di Natale dagli anni ’80 al 2000
Gli anni ’80 furono caratterizzati da una palette cromatica più intensa e da fantasie audaci, come dimostrano i vivaci maglioni di lana indossati da Bill Cosby nella celebre sitcom ‘I Robinson’. Anche Chevy Chase, nella pellicola natalizia ‘Un Natale esplosivo’, anticipò la tendenza dei cosiddetti ‘maglioni brutti’, conferendo loro un’immagine gioiosa ma allo stesso tempo kitsch.
Tuttavia, il decennio successivo, segnò un declino nella popolarità dei maglioni natalizi, che vennero eccessivamente ornati con decorazioni sempre più bizzarre e vistose. Tali eccessi li resero indumenti poco attraenti, indossati principalmente da persone anziane o fuori moda.
All’alba del nuovo millennio, il capo in questione fu unanimemente riconosciuto come un vero e proprio incidente sartoriale, tale da suscitare sconcerto e disapprovazione.
Da Bridget Jones a Emily in Paris anche i grandi brand creano i loro ugly Christmas jumper
Nel giro di pochi anni si verificò una vera e propria inversione di tendenza, con la proliferazione di feste dedicate all’esibizione dei più orribili maglioni natalizi, un fenomeno partito dal Canada per poi conquistare gli Stati Uniti. L’indumento, un tempo oggetto di scherno, iniziò ad essere apprezzato per il suo valore ironico e divertente, arrivando anche al cinema e sulle piattaforme di streaming.
Ricorderete tutti la festa di capodanno nel film “Il diario di Bridget Jones” (2001), in cui Colin Firth sfoggia un imbarazzante maglione natalizio decorato con una gigantesca renna dal naso rosso. Look che gli ha fatto conquistare il titolo di icona pop che incarna alla perfezione l’eccesso e l’imbarazzo associati a questo tipo di capi.
Non solo, anche i grandi marchi del fast fashion, cavalcando il trend, hanno iniziato a produrre collezioni dedicate alla maglieria natalizia e, dopo qualche anno, anche gli stilisti dell’alta moda come Givenchy e Dolce & Gabbana seguirono il loro esempio.
E tu, ne indosserai qualcuno questo Natale?
Con l’occasione vogliamo augurare buone feste a tutte e tutti voi!