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Fashion Journal

Eco Fashion

Pillole di Sostenibilità: Metalli Pesanti

Le conseguenze nell’uso di metalli pesanti

Il terribile primato che vede l’industria tessile sul podio mondiale dei principali responsabili dell’inquinamento ambientale è dovuto in buona parte al largo uso di sostanze chimiche pericolose che, per decenni, sono state impiegate lungo tutta la filiera. Una tossicità subdola che agisce sul metabolismo umano per via del contatto diretto con la nostra pelle, ma anche sull’ecosistema attraverso le microfibre rilasciate nell’acqua durante i lavaggi.
I metalli pesanti, infatti, possono essere presenti all’interno delle fibre dei tessuti, quali residui del processo di filatura, o nelle molecole di prodotti diffusamente usati per la tintura e la nobilitazione. Tra le più comuni produzioni tessili, ad esempio, quella del denim è sicuramente una delle più inquinanti e pericolose poiché prevede l’uso di cadmio, piombo, mercurio e rame; per ottenere jeans dai colori intensi, infatti, il metallo viene addizionato ai coloranti dispersi usati per la tintura, soprattutto per l’impiego di blu, neri e rossi.

Soluzioni e tutele per l’ambiente

Per queste ragioni, negli ultimi decenni l’UE è intervenuta a livello legislativo per stabilire i tetti percentuali che regolano la presenza di queste sostanze nei capi e soprattutto per monitorare la tendenza del manufatto a rilasciarle durante il suo ciclo di vita. Il regolamento REACH, nello specifico, stabilisce i criteri per l’uso delle sostanze chimiche in Europa, che ha contribuito a diffondere la sensibilità verso l’ambiente agevolando anche iniziative come la campagna Detox di Greenpeace o la nascita della certificazione Oeko-Tex® Standard 100, che regola la presenza di sostanze tossiche nei tessuti fornendo ai consumatori un marchio di garanzia, di qualità e di sicurezza.
Per aiutare ulteriormente le aziende italiane e destreggiarsi nelle loro scelte produttive, nel 2010 l’associazione Tessile e Salute ha inoltre pubblicato il rapporto tecnico Uni/TR 11359 (Gestione della sicurezza dei prodotti tessili, di abbigliamento, arredamento, calzaturiero, in pelle e accessori) in cui descrive le sostanze chimiche potenzialmente pericolose presenti nei tessili e i rischi relativi, indicando i limiti di accettabilità suddivisi per categorie (bambini, contatto con la pelle, ecc.). Ciononostante, resta vivo il problema dell’importazione di materie prime da Paesi dell’Est asiatico, che sfuggono totalmente alle regolamentazioni comunitarie, rendendo spesso vani gli sforzi dei produttori locali.


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