Fashion Journal

Eco Fashion

Manteco, il recycle fin dal 1943

L’azienda di Montemurlo (Prato) è leader nella lana rigenerata premium. Il marchio Mwool caratterizza i suoi prodotti, frutto di un know how consolidato e di una politica fondata sul rispetto del Pianeta.

Nella moda, il recupero degli scarti di produzione segna il ritorno alle buone pratiche del passato. C’è chi si adegua, nel nome della sostenibilità o per intercettare un trend di mercato, e chi non deve cambiare nulla perché in realtà ha sempre operato così: ormai fa parte del suo dna. Alla seconda categoria appartiene di diritto Manteco, azienda toscana leader nella produzione di lane rigenerate premium. Il recycle appartiene alla storia della famiglia Mantelassi, saldamente alla guida dell’azienda tessile con sede a Montemurlo (Prato), perché l’inizio della sua attività è legato proprio alla necessità di ottenere materiali per l’abbigliamento partendo da capi dismessi che dovevano essere riutilizzati, perché altro non c’era da cui partire.

L’INGEGNO DEL FONDATORE

Erano gli anni della seconda guerra mondiale, quando la scarsità di materie prime costringeva le imprese a trovare soluzioni alternative perché altrimenti sarebbe saltata ogni forma di produzione. All’epoca, Enzo Anacleto Mantellassi fece incetta di abiti usati, comprese le divise in lana pettinata dismesse dai militari americani che avevano occupato la Toscana nella loro risalita lungo la Penisola dopo lo sbarco in Sicilia, e sviluppò la tecnologia per realizzare una fibra di recupero. Da quel momento in poi, Manteco ha saputo unire il know how acquisito nel riutilizzo degli abiti dismessi e trasformati in lana rigenerata con la capacità di innovare le collezioni, diventando un punto di riferimento per il fashion internazionale attraverso creatività, capacità di adattamento, ricerca costante, investimenti e approfondimento delle soluzioni tessili.

Anche negli anni in cui la sostenibilità era un termine sconosciuto, la famiglia Mantelassi ha continuato lungo la strada segnata dal fondatore e oggi che il vento è cambiato, soprattutto dopo l’ondata pandemica che ha determinato il sorgere di una nuova coscienza socio-ambientale, si può presentare al mercato come un fornitore green credibile proprio grazie alla sua lunga storia. “Utilizziamo un bene di recupero, risparmiando risorse naturali. Partiamo da scarti di produzione, abiti usati, indumenti invenduti. E li riportiamo allo stato di fibra, tramite un processo meccanico e senza impiego di sostanze chimiche” ci raccontano Marco e Matteo Mantellassi, esponenti di terza generazione e attuali ceo della società.

“Il futuro è questo e noi siamo già nel futuro”.

LANA RIGENERATA DI LUSSO, ACCESSIBILE E COLORATA

La capacità di soddisfare le esigenze di clienti posizionati su diverse fasce di prezzo è stata determinante per la fama e il successo acquisiti da Manteco. L’azienda fornisce sia i marchi di lusso sia quelli di fascia media, riuscendo a realizzare prodotti di ogni tipo e con alto grado di personalizzazione. “Si pensa che un prodotto sostenibile abbia un costo molto più alto, ma dipende dal tipo di prodotto. Se prendiamo un blend rigenerato con lana nylon, il prezzo diventa accessibile e in ogni caso si tratta di un tessuto da economia circolare, privo di tinture e di alta qualità” affermano i ceo. Aggiungendo che: “La lana è una delle poche fibre il cui riciclato può costare meno del prodotto vergine, perchè le fibre animali nobili si prestano al processo di recupero e trasformazione con costi contenuti”.

Una delle caratteristiche più note dei tessuti Manteco è il colore. Esistono mille proposte a catalogo ottenute tramite un sistema denominato Recype che si basa sulla creazione di nuove tonalità mixando le fibre di lana riciclata, senza aggiunta di coloranti chimici perché i capi pre e post consumo arrivano già tinti dalla loro vita precedente. Sono gli artigiani del reparto materie prime a ideare nuovi colori di lana, mescolando fibre e sfumature di colori diversi come farebbe un pittore con la sua tavolozza e sviluppando così vere e proprie “ricette” di colori no-dye che vengono archiviate e riprodotte nel tempo.

MWOOL: LA SCELTA DEL BRAND

L’innovazione applicata al processo di recupero ha poi dato vita a un nuovo brand, MWool, con cui Manteco ha “firmato” la differenziazione della propria lana trasformata attraverso processi all’avanguardia, come ad esempio il trattamento Durability Treatment che elimina la carica batterica delle fibre con il risultato di una maggiore durata nel tempo e ottenendo una fibra più resistente e a sua volta riciclabile. La scelta di dotarsi di un marchio nasce dalla consapevolezza che il termine “lana riciclata” non era più sufficiente per descrivere il prodotto realizzato da Manteco e per differenziarlo dall’offerta generica. Perché la qualità premium e made in Italy delle collezioni Manteco è il frutto di un lungo percorso storico e di una leadership acquisita sul campo, in linea con i più alti standard richiesti dal sistema moda globale e preservando il “genius loci” di ogni singolo partner lungo l’intera catena di fornitura.

L’ultima novità, ottenuta dall’utilizzo del 100% di lane Mwool, è stata lanciata nei mesi scorsi: prende il nome di Pure ed è stata pensata per portare la lana riciclata a un livello di altissima gamma. La sua materia prima di partenza sono i migliori capi capi di lusso pre e post consumo e gli scarti di lana pettinata di alta qualità. Il risultato di Pure è la massima espressione qualitativa del prodotto da riciclo. Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. E se la trasformazione parte da un prodotto di qualità, il risultato non potrà che essere di qualità.

LE CARTE IN REGOLA

La certificazione etico ambientale Icea ottenuta nel 2020, in quanto prima azienda al mondo ad aver applicato l’analisi del ciclo di vita sulla lana di recupero, è l’ultima di una lunga serie di certificazioni ottenute a conferma delle azioni attuate nella roadmap per la sostenibilità di Manteco, in linea con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Tra queste azioni compaiono la zero waste policy adottata fin dal 2014, il bilancio di sostenibilità redatto fin dal 2016, l’ingresso nella The Ellen MacArthur Foundation che promuove l’economia circolare, la scelta di un packaging da plastica 100% riciclata, l’autosufficienza energetica tramite pannelli solari.


Andrea Guolo
Giornalista professionista specializzato in economia, scrittore e autore teatrale, ha pubblicato libri per le edizioni Franco Angeli, San Paolo Marsilio, Morellini, tra cui La borsa racconta (2007, Franco Angeli), Uomini e carne. Un viaggio dove nasce il cibo (2009, Franco Angeli), Costruttori di bellezza (2014, Marsilio) e #IoSiamo. Storie di volontari che hanno cambiato l'Italia (2021, San Paolo). Fondatore e direttore di ItalianWineTour.Info, attualmente scrive per gli editori Class (Mf Fashion), Condé Nast (Vogue Italia), Gambero Rosso, Gruppo Food e per altre testate italiane ed estere.

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