Fashion Heritage Tips: la manutenzione delle fotografie
La gran parte del materiale fotografico che si riscontra negli archivi storici è costituito da supporti – i più comuni sono carta e vetro – sui quali è stata applicata un’emulsione fatta di sali d’argento e gelatina animale. Esistono poi i materiali senza supporto, come i dagherrotipi, le albumine e i negativi in nitrato di cellulosa (anche se molto meno diffusi negli archivi della moda). Del resto, è attraverso un processo chimico che la fotografia analogica è stata condotta fin dalla sua nascita e proprio sulla scorta di questa consapevolezza, è bene applicare alla manutenzione di questi materiali tanto diversi accortezze specifiche.
Controllo del clima, archiviazione e materiali per garantire la longevità delle vostre foto
L’esperienza e la ricerca nella conservazione di settore hanno ampiamente dimostrato che per rallentare il degrado dei materiali fotografici è indispensabile esercitare un attento controllo del microclima negli ambienti preposti alla conservazione: questi oggetti risultano infatti molto sensibili agli sbalzi termoigrometrici e in particolare tendono a subire danni alle emulsioni, ai leganti, e naturalmente ai supporti, soprattutto se conservati in ambienti molto umidi. Una delle prime regole da seguire, dunque, è conservare le fotografie al fresco e lontano dall’umidità: il calore e la luce naturale diretta tendono a sbiadire i colori, mentre l’umidità a deformare le stampe; la temperatura, inoltre, deve essere costante (preferibilmente + o – 4°) con umidità relativa (UR) al 30-40%.
In fase di riordino, è consigliabile suddividere i materiali per tipologia di supporto, prevedendo spazi separati per positivi/negativi su carta, negativi/positivi su vetro e negativi su pellicola, dotandosi di cassettiere in metallo in grado di conservarli in orizzontale, preservandone così la struttura ed evitandone l’incurvatura. I materiali andranno poi custoditi in contenitori e carpette acid free (in alternativa andranno bene anche il pergamino certificato PAT o il polipropilene) in grado di proteggerli dalla polvere, dalla luce e degli agenti inquinanti, ma al contempo utili a facilitare la consultazione e la manipolazione, riducendo al minimo gli sfregamenti.
Nemici delle fotografie: luce, umidità e materiali sbagliati
In termini generici, i materiali di conservazione devono superare il PAT (Photographic Activity Test) indicato dagli standard definiti dall’American National Standards Institute; la carta delle buste a cui di solito si ricorre per le fotografie dovrebbe presentare un’alta percentuale di cellulosa e un ph neutro 6.5-7.5, nonché essere chimicamente stabile (norme ISO 10214), ma soprattutto deve essere priva di colle e adesivi (frequenti nelle buste), perché capaci di danneggiare in maniera irreversibile gli scatti.
I materiali che invece presentano il vetro come supporto hanno esigenze conservative diverse, anzitutto rispetto alla loro collocazione che dovrà essere sempre verticale per evitarne lo schiacciamento; i prodotti per il condizionamento dovranno essere acid-free a 4 falde e la carta dovrà essere di cotone 100%; per i negativi invece esistono scatole apposite con separatori, ma si raccomanda di ricorrere al separatore al massimo ogni 5 negativi per evitare il sovraffollamento, che è spesso causa della proliferazione di muffe (soprattutto se l’ambiente non presenta la situazione termoigrometrica ideale).
Attenzione alla luce! I raggi UV danneggiano le foto. Tieni le tue immagini al riparo con un’illuminazione tra 50 e 150 LUX.