Fashion Heritage Tips: la digitalizzazione dei materiali moda
Dall’avvento e diffusione del digitale, il termine digitalizzazione si è aggiunto al vocabolario quotidiano degli archivisti del settore moda, che ogni giorno fanno i conti con la necessità di custodire correttamente il patrimonio che popola i loro archivi e al contempo permetterne un’agile consultazione da parte del personale interno.
In tal senso, la disponibilità di un gemello digitale facilmente accessibile si è rivelata un’opportunità per le aziende, che in questo modo hanno abbattuto sensibilmente il rischio di danneggiare capi e materiali già usurati dal tempo, permettendone l’accesso anche a uffici dislocati in Paesi distanti tra loro: è noto, infatti, come la movimentazione costituisca, da sempre, la causa primaria di danno di ogni manufatto tessile.
Il processo di digitalizzazione
Alla luce di quanto premesso, nella programmazione di un progetto di digitalizzazione sono due gli aspetti che andrebbero tenuti sempre in ampia considerazione: da un lato, la valutazione dei rischi per i materiali più fragili, assicurandosi di prendere ogni provvedimento per evitare che il materiale originale non subisca alcun danno (ad esempio stabilire il cuore delle attività nei locali dove sono conservati gli oggetti da digitalizzare e non viceversa), e dall’altro la selezione di un hardware appropriato e confacente alla quantità e alla qualità del materiale da digitalizzare.
In particolare resta fondamentale che i macchinari selezionati siano adatti agli usi previsti e che siano idonei a livello tecnico, ad esempio, sul piano delle caratteristiche dell’ottica e del sensore, dell’illuminazione, della stabilità e del server di acquisizione delle immagini, nonché al collegamento con una piattaforma informatica adeguata allo scopo. Senza considerare la fase immediatamente successiva, ovvero la post-produzione delle immagini acquisite: tra gli altri, correzione del colore, rimozione di dettagli superflui e, nella gran parte dei casi, ridimensionamento, dovuto al fatto che i file master sono solitamente molto grandi e quindi è spesso necessario comprimerlo per ottenere formati diversi.
La fotografia e descrizione del prodotto moda
Al di là degli aspetti tecnici, quando ci si trova nella necessità di digitalizzare tessili, abiti e accessori, cambiano anche le usuali regole in essere negli altri settori, perché mutano radicalmente i motivi per cui è necessario acquisire le immagini: un accessorio può essere fotografato in maniera oggettiva – tramite una ripresa frontale e statica, con una luce piena che lo illumina per intero – ma anche in modo soggettivo e, per così dire, più emotivo, se ritratto all’interno di un contesto che ci aiuta a “leggerlo” con occhi altri, come avviene di norma per i redazionali delle riviste di settore.
Da ultimo, è bene ricordare, che i materiali da avviare alla digitalizzazione devono sempre essere descritti e che, in mancanza di materiale catalografico, si potrà viceversa provvedere alla catalogazione nel corso della digitalizzazione: senza una corretta catalogazione del posseduto, anche le immagini frutto del più avanzato processo di digitalizzazione rischiano di restare “lettera morta” all’interno di un ordinario database di cartelle. Viceversa la digitalizzazione è sempre da intendersi come un processo di accrescimento tecnologico, ma anche e soprattutto come un’occasione di valorizzazione e di maggiore conoscenza del proprio posseduto.