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Archivi Moda

Archivio di moda: come, quando e perchè costituirlo

Solo recentemente, la parola archivio si è scrollata di dosso quella patina anticata che, da sempre, si collega alla stratificazione di documenti collezionati nel tempo. Negli ultimi anni, molte aziende del settore moda hanno investito nella propria storia, valorizzando il proprio heritage attraverso la costituzione o la riorganizzazione di un archivio. Ma soprattutto riconoscendo a loro stesse la capacità di incidere sulla società in cui operano, attraverso il linguaggio che più gli appartiene: stile e i prodotti.

L’archivio aziendale per distinguersi dai competitor

A ben vedere, sono ancora poche le aziende che fanno vanto del proprio archivio anche perché non esiste alcun obbligo di conservazione. La gran parte delle aziende manifatturiere del fashion salva dall’incuria soltanto i prodotti più iconici, dimenticandosi di tutelare tutto il complesso di conoscenze e saper fare che risiede nella loro produzione. Oggi più che mai, però, è di vitale importanza distinguersi dai competitor e, per farlo, possedere un archivio ben organizzato può rivelarsi una scelta vincente.

Organizzazione, catalogazione e digitalizzazione, dunque, le parole chiave da cui partire per riflettere sulla costituzione del proprio archivio di moda. Per mettere in piedi un progetto coerente e capace di proiettarsi nel futuro, è altresì necessario affidarsi a figure professionali. L’heritage manager in grado di affiancare l’imprenditore nelle scelte strategiche afferenti alla conservazione della memoria aziendale. Per la buona riuscita del progetto diventa inoltre cruciale che tutta l’azienda collabori attivamente, mettendo in moto quella preziosa catena di informazioni che andrà a popolare le schede di catalogo di ciascun materiale archiviato.

Posizionarsi sul mercato raccontando la propria storia

Sulla scorta di queste considerazioni generali è necessario fare un ulteriore distinguo, sottolineando come non siano solo le grandi Maison a dover riflettere sul proprio heritage; al contrario, sono proprio le piccole e medie imprese a doversi impegnare a custodire e comunicare al meglio la nascita del loro archivio. Mentre le storiche possono vantare un’identità di marca ben precisa, arricchita dal fascino dall’alternanza delle direzioni creative (e spesso da budget stellari), le aziende della filiera devono raccontare la storia del loro know-how non solo per avere maggiore credibilità sul mercato, ma per custodire quella sapienza artigiana che le contraddistingue.

I primi passi di un heritage manager: organizzare, catalogare, digitalizzare

Venendo agli aspetti più tecnici che comunemente ci si trova ad affrontare nella costituzione di un archivio, il primo passo è capire con che quantità e qualità di materiali si ha a che fare. Non ha senso riorganizzare fisicamente spazi e contenitori senza prima avere ben chiari i numeri e le tipologie di oggetti da catalogare. Solo dopo un attento censimento, si procederà con l’impostare una scheda di descrizione catalografica il più possibile agile: tralasciando dettagli che appaiono irrilevanti o addirittura si sovrappongono con il linguaggio e la prassi interna all’azienda. Da qui, è sempre bene muoversi su fronti paralleli, sviluppando contestualmente il progetto di digitalizzazione e la scelta del software di catalogo più adatto; i passi successivi, poi, costituiscono di fatto l’implementazione dell’archivio, il lavoro più lungo e meticoloso, che ha a che fare con la vera e propria catalogazione e con l’organizzazione fisica dei materiali.

Ciascuna di queste fasi è sempre delicata, spesso lunga, a volte costellata da intoppi, ma se la volontà aziendale è salda e si affidano i rispettivi compiti a professionisti del settore — sempre più diffusi e preparati per occuparsi al meglio di ogni segmento di questo processo —- il successo è assicurato e sarà l’impresa a riconoscerlo a se stessa, mettendo in luce il suo lavoro e presentandolo a clienti e fornitori come vero fiore all’occhiello della sua attività.

Queste e molte altre sono le premesse operative e le indicazioni utili a chi volesse approcciarsi al mondo degli archivi di moda. Per saperne di più, aggiornarsi e confrontarsi su questi temi con i professionisti del settore sono aperte le iscrizioni al corsi brevi Archivi della Moda; un percorso formativo completo sul tema, che ambisce a formare i professionisti del settore su tutti gli aspetti tecnici e di valorizzazione.


Claudia D'Angelo
Responsabile dell’archivio di textile design e del progetto Punto Sostenibilità della Fondazione Fashion Research Italy di Bologna, è anche curatrice del percorso Archivi della Moda e del corso Green Fashion. Necessità e strumenti per una moda sostenibile, svolgendo anche attività di consulenza e di divulgazione per la costituzione e valorizzazione degli archivi di settore. È stata inoltre responsabile dell’archivio digitale di Aeffe Fashion Group, di cui ha curato la prima costituzione. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna ed è stata Visiting PhD presso l’Harvard University (USA), conducendo attività di ricerca sui temi della moda e dell’arte contemporanea.

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