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Archivi Moda

L’archivio moda storico: un ponte tra passato e futuro

Qual è oggi il ruolo degli archivi storici di moda e verso quali orizzonti si stanno evolvendo? Da sempre si associano a un pubblico ristretto di studiosi, ma il loro ruolo sta mutando rapidamente e radicalmente, interessando anche i professionisti delle imprese. Sono infatti una fonte unica di contenuti al servizio della valorizzazione dell’identità aziendale e fondamento delle strategie di marketing per il rilancio di un brand.

I nuovi corsi Archivi della Moda, promossi e organizzati dalla Fondazione Fashion Research Italy, offrono una panoramica approfondita sulla disciplina archivistica applicata alle imprese della moda, da attività più tecniche quali la catalogazione, conservazione e digitalizzazione, fino ai nuovi orizzonti orientati alla comunicazione e al marketing.

Manuela Soldi, archivista e assegnista di ricerca presso l’Università IUAV di Venezia, ci aiuta a capire come gli archivi storici risultino oggi fondamentali per il recupero e la rivisitazione dell’heritage aziendale e diventino strumenti per la comunicazione e il rafforzamento dell’immagine di un brand.

Com’è possibile utilizzare un archivio come strumento per la Brand Heritage?

Partendo dal presupposto che non si può comunicare qualcosa che non si conosce, l’archivio di un brand è lo strumento principale per ricostruirne la storia. Il lavoro stesso di riordino e di descrizione è un importante momento di analisi e approfondimento perché fa riaffiorare una grande mole di dati e un numero potenzialmente infinito di storie da raccontare. Gli archivi diventano così strumenti sempre più utilizzati anche dal marketing. Nella valorizzazione di un fondo, gli archivisti fanno leva sulla loro conoscenza della memoria aziendale, fondamentale nel dialogo con gli specialisti della comunicazione.

Nella catalogazione di un archivio storico, quali sono i parametri più importanti?

Esistono nella pratica archivistica dei fari che non devono mai essere persi di vista, validi per qualunque tipologia di archivio. Parliamo per esempio dei principi del metodo storico e degli standard internazionali. Ma quando ci si addentra nella categoria “archivi di moda”, una particolare attenzione deve essere posta nel far comprendere ai committenti che non si parla solo di prodotto o, viceversa, dell’archivio amministrativo. Tutta la documentazione prodotta ed acquisita in ambito aziendale è portatrice di significati. Si tratta di un concetto basilare dell’archivistica che però spesso è poco considerato dai non addetti ai lavori, con il rischio di rilevanti perdite di informazioni necessarie a dare nuova vita al prodotto e a contestualizzarlo.

A suo avviso, quali sono i pregi e difetti di un archivio digitale rispetto al fisico?

Nell’ambito della moda, sono convinta che la fisicità del prodotto sia un’esperienza ancora insostituibile. Abiti e accessori possiedono una dimensione tridimensionale e tattile imprescindibile, non aggirabile. Anche la documentazione fotografica più sofisticata, ad oggi, non può che rappresentare un filtro, una selezione rispetto all’oggetto reale.

Per gli utenti che non hanno necessità di apprezzare questi aspetti, la digitalizzazione rappresenta invece un’enorme semplificazione e offre indubbi vantaggi. Durante il lock-down, ho avuto riscontro da diverse aziende che la disponibilità di una piattaforma online ha decretato la differenza tra l’accesso al proprio patrimonio e l’attesa. Un database digitale, inoltre, rende più semplice e veloce l’individuazione delle informazioni e permette di esplicitare meglio collegamenti e vincoli archivistici. Una buona digitalizzazione rende inoltre più agevole anche la gestione dell’archivio fisico e aiuta a preservarlo, perché lo espone a minori movimentazioni e quindi a minor usura.

Ciò che viene un po’ a mancare – a mio avviso – è la cosiddetta serendipity. Sfogliare un inventario cartaceo ci costringe ad avere una visione più generale permettendoci spesso di trovare anche quello che non stavamo cercando. Una ricerca in digitale invece restituisce immediatamente i dati di proprio interesse, saltando questa fase di “interlocuzione” con il fondo. Ma se una descrizione è stata effettuata in maniera attenta e si vorrà approfondire, basterà ampliare la propria gamma di clic.

Quali sono le competenze richieste oggi ad un’archivista di moda?

In realtà non è facile sommare in un’unica persona tutte le competenze utili. Alla guida di un team, una professionalità archivistica è l’ideale per evitare di incorrere in grossolani errori. Ma quando si ha a che fare con il prodotto moda, è necessario possedere rudimenti di storia del settore oltre che nozioni e terminologie tecniche relative al tessile e alla confezione. Quando si tratta di campagne di digitalizzazione, è poi fondamentale che gli operatori siano in grado di utilizzare software di editing grafico, audiovisivo e sonoro.


Valeria Battel
Giornalista per numerose riviste italiane ed internazionali è docente di Storia del Costume e della Moda presso NABA.

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