Chanel Mobile Art Pavilion, quando lo spazio racconta lo stile
Era il 2007 quando uno degli stilisti più acclamati dell’epoca contemporanea, Karl Lagerfeld, commissionò a uno degli architetti più apprezzati al mondo, Zaha Hadid, il Mobile Art Pavilion per Chanel. Sono passati 10 anni da allora, ma il Padiglione Chanel resta ancora una delle testimonianze migliori di connessione tra moda e architettura. La volontà alla base della progettazione infatti, allora come oggi, è dare una nuova casa all’arte contemporanea e sviluppare un ampio programma culturale di mostre e interventi di designer, artisti e architetti. Tutto sotto il carattere inconfondibile firmato Chanel.
L’IDEA DEL PROGETTO
Sembianze futuristiche e intenti avanguardistici: il gigantesco padiglione ha viaggiato in tutto il mondo, passando da Hong Kong, Tokyo, fino a New York in Central Park, per arrivare nel 2011 alla meta finale Parigi, di fronte all’Institut du Monde Arabe. Più volte paragonata a un ufo, la grande struttura di 700 mq è una celebrazione del lavoro di Chanel, inconfondibile nei dettagli e nella coerenza della sua eleganza. I materiali utilizzati, acciaio, alluminio, plastica e PVC regalano un’aura versatile all’intero padiglione, arricchito da un cortile centrale per eventi e da un grande lucernario che crea continui giochi di luce e riflessi sulle superfici.
LA TECNOLOGIA DEL PROGETTO
Il design del padiglione prende ispirazione dalla distorsione parametrica di quello che nell’architettura classica viene chiamato “toro” (modanatura a sezione semicircolare, convessa, collocata in prevalenza nel basamento della colonna) per dare vita a uno spazio fluido e naturale, dalle chiare forme organiche che si contrapponesse alla tipica architettura industriale del XX secolo. In questo modo spazi espositivi interni dialogano con quelli esterni e la luce naturale con quella artificiale.
L’ANIMA DEL PROGETTO
Massa scultorea della struttura e leggerezza del suo involucro: una dicotomia che dà vita a un elemento architettonico audace ma allo stesso tempo raffinato che ben rappresenta la personalità del committente. La totale fluidità del padiglione infatti e le sue geometrie curvilinee sono la risposta dello studio Zaha Hadid alla richiesta di Maison Chanel per un’architettura d’importanza culturale. La stessa Zaha Hadid aveva così affermato all’inaugurazione: “Credo che la nostra architettura sia capace di offrire alle persone la prospettiva di un mondo alternativo, da cui lasciarsi entusiasmare. È intuitiva, radicale, internazionale e dinamica. Il nostro impegno sta nel mettere a punto opere in grado di regalare esperienze originali, insolite ed uniche, capaci di trasmettere sensazioni simili a quelle che si provano nel conoscere un nuovo paese. Sono questi i principi che hanno ispirato il Mobile Art Pavilion.”
E come nuovi paesi da scoprire, anche le due discipline, architettura e moda, sono oggi più che mai vicine nel creare e potenziare l’identità di un marchio, raccontarlo attraverso gli spazi che crea e non solo i prodotti che mette sul mercato. Il Corso d’Alta Formazione in Architettura della Moda diventa in questo senso un’arena attuale per scoprire come lo spazio architettonico possa essere l’espressione perfetta di un brand.